“Mi sarebbe piaciuto Minniti, ma credo che Zingaretti sia un buon candidato”. L’ultimo endorsement a favore del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, è di Rosario Crocetta, ex presidente della Regione siciliana, per il quale al partito “non serve certamente un altro reuccio”. L’ex governatore che con la sua elezione ha consentito ai dem di governare la Regione siciliana ha le idee chiare.
“L’identikit del segretario ideale? Uno che si mette a disposizione del partito – dice Rosario Crocettaall’Adnkronos -, che lavora per l’autonomia, che non considera i gruppi dirigenti dei lacchè, ma persone che possono contribuire a determinare la linea, che agisce in modo collegiale e che guarda agli interessi di giovani, imprese, poveri. Quello che sicuramente al partito non serve è un altro reuccio”.
“Io a Renzi non mi sono mai piegato – aggiunge Rosario Crocetta – e questo atteggiamento l’ho pagato, ma non sono di quelli che cercano il posto sicuro, la mia liberà vale più di ogni altra cosa”. Il partito, però, l’ha messa un po’ da parte? “Sono io che ho scelto il basso profilo perché ritengo che con un avviso di garanzia, con un’inchiesta debba mettermi da parte per il senso di rispetto che ho per i cittadini e il partito. Altri, al mio posto, non ne sentirebbero il bisogno”, prosegue Rosario Crocetta.
“Dentro il Pd vedo troppi scontri, divisioni protagonismi. Il partito non ha bisogno di questo, ma di indicare una via, di costruire un’alternativa nel Paese a questa deriva sovranista e qualunquista che può causare disastri all’Italia. Mi auguro che il Pd possa trovare presto la sua unità e la sua strada”. A dirlo all’Adnkronos è l’ex presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, che a proposito delle primarie per l’elezione del nuovo segretario nazionale dem aggiunge: “Sono stato sempre contrario al meccanismo delle correnti. I leader bisognerebbe eleggerli senza liste di appoggio, scegliendo la persona”.
Per Crocetta l’elezione dei membri dell’Assemblea dovrebbe essere fatta con “modalità completamente separate per evitare la cristallizzazione di queste logiche correntizie attorno ai leader. Invece, questo è uno dei mali del Pd”. E a chi dice che il partito ormai è morto, Crocetta replica: “Io starei attento a celebrare il funerale del Pd, anche perché la semplice evocazione fa danno. Penso che il Pd debba ricostruirsi, non sicuramente allontanandosi dalla sua base democratica e popolare, ma riprendendo il dialogo con i cittadini. Sicuramente gli episodi di questi giorni, compreso il “golpe” siciliano del segretario (Davide Faraone, ndr) non credo che facciano bene”.
In Sicilia è avvenuta una “mutazione genetica” dei dirigenti del Partito democratico, “in buona parte gente che non c’entra niente con la tradizione democratica e di sinistra del Pd”. Ne è convinto l’ex governatore siciliano, Rosario Crocetta, che attacca l’idea di “un partito unico” con Forza Italia.
“Mi sembra un azzardo culturale che non ha senso, farebbe sparire completamente la sinistra in Italia – dice all’Adnkronos-, precisando che è, invece, possibile “confluire su alcune battaglie dal momento che Fi e Pd a livello nazionale sono entrambi all’opposizione”. Per Crocetta un Pd “aperto al dialogo e al confronto” è “indispensabile”, ma, avverte “il tema è l’identità di questo partito. Una cosa è confrontarsi con gli altri sulla base dei propri programmi, altra cosa è farsi assorbire e inghiottire”.
Un rischio neppure tanto remoto per l’ex presidente della Regione siciliana. “Il Patto del Nazareno manteneva l’autonomia dei partiti, qui, invece, il progetto dei renziani è distruggere il partito e portare le ceneri in consegna alla destra, per fare un partito moderato, che non sarebbe neppure un grande partito perché perderebbe pezzi a destra e a sinistra”. L’ex presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Micciché, nelle scorse settimane ha partecipato alla Leopolda sicula organizzata dal luogotenente di Renzi in Sicilia e neo segretario dem, Davide Faraone. Prove di dialogo? “Che Micciché vada a un’iniziativa politica di un altro partito non lo trovo scandaloso – conclude Crocetta -, è un segno di confronto civile. Il tema delle alleanze è una cosa, quello della fusione di Fi e Pd un’altra: mi sembra un azzardo teorico e culturale”. (AdnKronos)