Antonio Fiumefreddo non ce la fa a non far parlare di se, e questa volta la notizia è che, oltre all’ennesima denuncia, finisce anche lui nella lista dei morosi. Il presidente di Riscossione Sicilia, fedelissimo di Rosario Crocetta la definisce una “spy story” finalizzata “a fare dossieraggio”. Secondo Fiumefreddo negli ultimi 22 mesi è stato sottoposto a spionaggio fiscale insieme ad alcuni personaggi politici siciliani.
Con una media di accessi abusivi di tre volte per giorno lavorativo e per un totale di 748 volte, dipendenti infedeli di Riscossione Sicilia hanno visitato la sua “fedina” fiscale. Un reato, dice Antonio Fiumefreddo, “di cui si occuperà la magistratura”.
Secondo il presidente di Riscossione Sicilia “gli accessi abusivi avrebbero riguardato non solo la sua persona, ma anche quella del governatore Rosario Crocetta, dell’ormai ex presidente della commissione Antimafia Nello Musumeci e dei deputati del Movimento 5 stelle”.
Nel dossier anonimo emerge che Fiumefreddo avrebbe dal 2001 un debito di circa 28mila euro. E che, una volta diventato presidente della società, dopo sei mesi dalla nomina avrebbe avanzato richiesta di rateizzazione di questo debito. Poi la rateizzazione sarebbe stata sospesa a febbraio perché non sarebbero state pagate alcune rate. Ma Fiumefreddo precisa di aver chiesto la rottamazione della cartella. “Per questo ho smesso di pagare, è un diritto”, si difende il presidente di Riscossione Sicilia che accusa alcuni deputati regionali di essere i “mandanti” dell’operazione di dossieraggio”.
Su tutte le furie Fiumefreddo si chiede: “Per conto di chi hanno agito, per cosa e in cambio di cosa? Un’odiosa aggressione alla mia vita privata perché mi sono intestato una battaglia di normalità e uguaglianza. Perché questi dipendenti infedeli, invece di fare pagare le tasse ai grandi evasori, hanno ritenuto più opportuno abusare di un ufficio, accedere alla mia posizione fiscale e forse modificarla? La magistratura lo accerterà”.