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Marianne tenterà insieme ad altre imbarcazioni con cui si ricongiungerà nel Mediterraneo di entrare nelle acque palestinesi e raggiungere il porto di Gaza.
“Ci abbiamo già provato altre volte e le nostre barche si sono trovate davanti a navi da guerra. Un uso della forza esagerato – ha detto il capitano della “Marianne Wellu Koivisto”, finlandese, durante una conferenza stampa al porto della Cala di Palermo – C’è bisogno che anche i politici facciano qualcosa perché Gaza sia riaperta e qualcosa che vada oltre il dire che l’assedio è illegale”.
Domani la Marianne, partita un mese fa dalla Svezia, navigherà alla volta del porto di Messina e da lì, il 19, salperà alla volta di Gaza. La Sicilia sarà presenta sulla “Marianne” con l’attivista Claudio Tamagnini. “Questa è l’occasione di rientrare a Gaza – ha detto – dove anche i volontari internazionali non riescono a entrare”.
“Il porto di Palermo è lieto di ospitare Marianne – ha detto Vincenzo Cannatella, presidente dell’autorità portuale di Palermo – perché il viaggio dell’imbarcazione, partita dalla Scandinavia, è parte fondante di un progetto nato dalla società civile e incluso nella rete ‘International Freedom Flottilla coalition’ che ha promosso numerose iniziative per i diritti umani nella striscia di Gaza. La Sicilia ha solide radici nell’impegno solidale nei confronti dei popoli in difficoltà”.