“In questi mesi, con gli altri colleghi del Copasir abbiamo svolto un’intensa attività, come prescrive la legge, in vincolo di segretezza, con indagini, audizioni e analisi di cui abbiamo dato conto in relazioni specifiche al Parlamento – queste sì – pubbliche. In esse avevamo evidenziato, tra l’altro, con estrema chiarezza proprio la postura aggressiva della Russia,
non solo in Ucraina e nell’Europa orientale, ma in ogni area di interesse strategico italiano ed europeo: dai Balcani al Caucaso, dal Mediterraneo al Sahel, secondo una strategia volta al mantenimento della supremazia energetica, al controllo delle materie prime, anche al fine di accerchiare la nostra Europa”. Lo dice il presidente del Copasir, Adolfo Urso, in un’ampia intervista al web magazine di geopolitica Confini e Conflitti.
“Avevamo anche indicato con chiarezza la necessità di predisporre una vera difesa europea, complementare alla NATO, per aumentare la difesa dell’Alleanza atlantica nel nostro continente e nel Mediterraneo allargato – prosegue -. Ora appare chiaro a tutti che occorre agire, perché l’Europa è sotto minaccia. Putin ha fatto un azzardo che ha ottenuto l’effetto di sollevare l’opinione pubblica mondiale, unita come mai si era vista prima. Persino all’interno della stessa Russia c’è chi protesta rischiando il carcere e la repressione. Questa è la prima importante lezione, un monito per chiunque nel mondo pensi che anche la libertà abbia un prezzo, che sia misurabile in rubli, in dollari o in renminbi; un monito a chiunque nel mondo pensi che si possa togliere la libertà senza sollevare la reazione unanime di chi, come noi, crede e vive nella libertà”.
Secondo Urso “le sanzioni contro la Russia votate dall’Europa sono la prova evidente della capacità di reazione unitaria alla minaccia che ci troviamo ad affrontare. Ed hanno lo scopo di costringere Putin a fermare l’offensiva in Ucraina, rendendone il costo troppo elevato, e a trattare per la pace”.
“Quanto sta accadendo – evidenzia il presidente del Copasir – ci fa capire quanto importante sia la sicurezza della Repubblica e quanto ciò debba essere considerato in ogni decisione che prendiamo, anche quando affrontiamo i temi dell’energia o dell’economia digitale, della tecnologia, dell’intelligenza artificiale, dello spazio come dell’acciaio, degli asset infrastrutturali come delle filiere industriali, ben sapendo che i nostri avversari sistemici, cioè i sistemi autoritari, li utilizzano appieno nel loro confronto con le democrazie
occidentali. Tutto questo fa parte di quello che viene chiamato guerra ibrida. A tal proposito, abbiamo evidenziato la necessità di disporre di un’intelligence economica al servizio del sistema Italia, che sia proattiva a tutela della scienza e della tecnologia e degli asset produttivi del Paese. Adesso è evidente a tutti, come debba essere sempre più stretta la sinergia tra Paesi europei ed occidentali, tra le grandi democrazie del pianeta, per rispondere in maniera unitaria ed efficace alle sfide lanciate dagli Stati autocratici, a cominciare dalla Russia, per quanto sta accadendo sul campo. Ma senza dimenticare altri attori, come la Cina, che potenzialmente potrebbero rappresentare una minaccia ancora maggiore”.