Violenza alla Vucciria, dopo qualche mese di indagini colpevoli in manette. Scene da “Arancia meccanica” la scorsa estate, quando un gruppo di teppisti aveva molestato e aggredito un gruppo di studenti nel popolare mercato del centro storico. Uno degli aggressori, raggiunto dagli agenti, aveva reagito, colpendo con una gomitata un poliziotto, prima di riuscire a fuggire grazie alla complicità della folla che animava la zona della movida. Adesso a distanza di diversi mesi la polizia ha dato un’identità ai componenti del branco.
Accusati di violenza sessuale, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale, sono finiti ai domiciliari i fratelli Dino e Cristian Salvato, 28 e 31 anni. Obbligo di dimora, invece, per J.S., 22 anni, che dovrà rispondere di resistenza a pubblico ufficiale. Tutti sono del quartiere Brancaccio.
La notte della violenza alla Vucciria, lo scorso 21 agosto, un gruppo di studenti e studentesse universitari fu accerchiato in piazza Garraffello da alcuni ragazzi che iniziarono a molestare le ragazze. In difesa delle due studentesse intervennero gli amici, anche loro circondati e aggrediti. Durante le fasi concitate, uno dei componenti del branco colpì una delle due studentesse con un pugno alla spalla, sfilandole lo zainetto. Le vittime, sfuggite al pestaggio e giunte nella vicina piazza San Domenico, chiamarono il 113. Raccolte le prime informazioni, i poliziotti insieme agli studenti si recarono in piazza Garraffello, dove le vittime riconobbero uno degli aggressori, Dino Salvato, che non esitò a colpire uno dei poliziotti con una gomitata prima di fuggire.
Inseguito e raggiunto, riuscì a sfuggire alla cattura grazie alla furibonda reazione dei clienti di un pub, che dapprima insultarono e minacciarono i poliziotti, salvo poi passare alle vie di fatto aggredendoli con strattoni, gomitate e calci, permettendo al giovane fermato di darsi alla fuga. Nei giorni successivi le indagini dei poliziotti della squadra mobile, diretta da Rodolfo Ruperti, si sono concentrati sui fratelli Dino e Cristian Salvato, riconosciuti dalle vittime. Ora le due ordinanze di custodia cautelare e l’obbligo di dimora per il terzo accusato di aver accerchiato e minacciato gli agenti durante gli scontri che hanno favorito la fuga del fermato.