Sul palco Gianfranco Miccichè si godeva il primo risultato positivo della sua scommessa, essere riuscito a riportare il popolo azzurro ad una manifestazione. Negli ultimi anni la presenza della gente alle convention politiche si è ridotta al lumicino e, sotto il profilo organizzativo, la manifestazione con Parisi a Palermo è riuscita. Se questo sarà un buon viatico per la risalita dei berlusconiani e di tutto il centrodestra a Palermo e in Sicilia lo si scoprirà nei mesi a seguire, ma certamente è stato un punto a favore del redivivo Miccichè. Il coordinatore azzurro è uno dei pochi, della classe dirigente storica di FI, ad aver da subito supportato l’ex candidato sindaco di Milano. Nonostante le rassicurazione dal palco “Qui in Sicilia non ci sono spaccature. Ci siamo tutti e siamo uniti” – ha urlato presentando Parisi, dentro Forza Italia sono in molti a non riconoscere alcun ruolo al manager chiamato da Berlusconi per rianimare il partito. Da Brunetta a Matteoli, dalla Santanchè a Toti, gli attacchi quotidiani alla presunta missione da “rottamatore” assunta a Parisi agitano le acque forziste.
“Forza Italia è la tua casa, qui in Sicilia e nelle altre regioni. Prendi in mano la nostra bandiera, siamo stanchi di perdere, facci vincere le regionali e poi le politiche” – ha urlato Miccichè rivolgendosi a Stefano Parisi per invitarlo a salire sul palco della convention. E il manager si è preso la scena. “La Sicilia è una realtà dove il centrodestra è stato molto forte, una di quelle dove bisogna recuperare la fiducia degli elettori. C’è già un opera di rinnovamento in corso e l’ospitalità che oggi qui ci offre Gianfranco Miccichè è importante – ha ricambiato Parisi -. Da qui iniziamo a rinnovarci, iniziamo dalla Sicilia un lungo giro per l’Italia. Occorre iniziare dai contenuti più che dalle alchimie di partito, occorre trovare – ha proseguito – persone nuove e proposte nuove, con queste premesse ci troveremo bene anche sui programmi”.
Dalla politica regionale a quella nazionale, Parisi a Palermo ha snocciolato il suo credo:”Dobbiamo avere dei leader che vanno in televisione a dire cose serie e moderate. Basta con le urla, chi se ne frega dell’audience. E io non mi fermerò. Ci sarà un motivo perché questo partito ha il 4 per cento a Roma e a Torino. I responsabili ci sono e bisogna dirlo. Io non ci sto a fare l’equilibrista tra correnti, non mi interessa avere un senatore in più”. E ancora: “Dobbiamo fare una squadra e far capire agli italiani che non c’è bisogno di una sola persona capace di salvare il centrodestra, ma di persone integre, che mettano al centro la legalità. Certo che c’è stata una questione giudiziaria, – ha affondato Parisi – ma la politica non deve prestare il fianco. Dobbiamo ritrovare un rapporto con le persone, perché è da qui che si misura il futuro del centrodestra. Servono persone che dicano la verità e in grado di dare fiducia a chi ci ascolta”. Infine una stoccata a Renzi a proposito del referendum del 4 dicembre prossimo: “Se vince il ‘No’ – ha detto Parisi – l’Italia sarà un Paese più stabile”.