La Procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta per “conoscere il tentativo di ingresso” di migranti “avvenuto il 16 agosto scorso al largo dell’isola di Lampedusa, tratti in salvo dalla motonave Diciotti e ad oggi ancora ospitati sulla medesima motonave della Guardia Costiera”. L’indagine “punta a individuare scafisti e “a conoscere le condizioni dei migranti a bordo della unità navale militare”. Lo rende noto il procuratore Luigi Patronaggio.
“La Procura di Agrigento – scrive in una nota Patronaggio – nel rigoroso ambito della propria giurisdizione e competenza, ha avviato una indagine volta a conoscere il tentativo di ingresso di 190 immigrati extracomunitari avvenuto in data 16 agosto 2018 al largo dell’isola di Lampedusa, tratti in salvo dalla motonave “Diciotti” e ad oggi ancora ospitati sulla medesima motonave della Guardia Costiera. Detta indagine – spiega il procuratore Patronaggio – affidata alla Capitaneria di Porto di Porto Empedocle e alla Squadra Mobile di Agrigento, oltre ad individuare scafisti e soggetti dediti al favoreggiamento della immigrazione clandestina, tende altresì a conoscere le condizioni dei 177 migranti superstiti a bordo della predetta unità navale militare”.
“La politica del governo in materia di immigrazione è chiara. Il nostro atteggiamento ha portato grandi risultati. Anche in questo caso la Ue non può rimettersi all’atteggiamento compassionevole dell’Italia”. Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza Giancarlo Giorgetti a chi gli chiede se la Nave Diciotti approderà a Pozzallo.
Il ministro dell’Interno Salvini, in visita all’Opera Cardinal Ferrari di Milano, a una domanda sul destino della nave Diciotti, ha risposto: “O l’Europa si ricorda di esistere o l’Italia la smetterà di essere il campo profughi dove tutti arrivano, tutti rimangono e gli italiani pagano. Abbiamo quindi detto agli amici europei che se c’è un aiuto concreto, veloce e immediato bene, altrimenti – visto che sono sbarcate in Italia 700mila persone negli ultimi anni – abbiamo già dato. O c’è un aiuto e una redistribuzione immediati, oppure ricominceremo a fare quello che è l’unico modo per bloccare queste persone e gli scafisti, cioè riportarle in Libia”. “A furia di dire “non si può, non si può, non si può” – ha aggiunto Salvini – facciamo il male di questi ragazzi che partono dall’Africa e muoiono a migliaia e il male degli italiani che hanno una condizione di povertà che riguarda 5 milioni di persone”. “I trattati internazionali si possono e si devono rivedere. È ora di tagliare finalmente la mafia – perché si tratta di questo – della tratta degli esseri umani. Con gli esseri umani che mettono sui gommoni poi si comprano droga e armi. Qui non si tratta di essere buoni e generosi a caso, uno buono e generoso davvero aiuta queste persone a non dover scappare da casa loro e su questo sto già lavorando personalmente con alcuni governi africani”, ha concluso il titolare del Carroccio.
La Commissione europea è stata contattata dalle autorità italiane e sta, a sua volta, parlando con gli Stati membri per trovare una soluzione allo sbarco dei migranti a bordo di nave Diciotti. Lo ha detto la portavoce della Commissione Tove Ernst, precisando che la Commissione non ha competenza nell’indicare i porti di sbarco. Ernst ha anche sottolineato che non è nei compiti della Commissione europea commentare “scenari ipotetici” come quelli paventati dal ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini di riportare i migranti in Libia se l’Unione Europea non troverà una soluzione.