Si è dimesso il parroco della chiesa di Sant’Agata a Villabate, don Leonardo Ricotta, che lunedì scorso, dopo la messa, aveva definito “un sacrilegio” l’obbligo di dare la comunione nelle mani e con i guanti così come prevedono le misure disposte per l’emergenza coronavirus.
La notizia ufficiale della sua rinuncia arriva con un comunicato dell’Arcidiocesi di Palermo. “A far data dal 21 maggio il reverendo don Leonardo Ricotta, presbitero della Chiesa di Palermo, non è più il parroco della parrocchia sant’Agata Vergine Maria di Villabate avendo egli stesso rinunciato a tale ufficio – si legge in una nota -. E’ pertanto inesatta o pretestuosa la notizia diffusa da alcuni canali social secondo la quale don Leonardo Ricotta sarebbe stato rimosso dall’ufficio di Parroco dall’Arcivescovo. In attesa della nomina del nuovo Parroco – sottolinea la nota -, l’Arcidiocesi di Palermo individuerà nei prossimi giorni un amministratore parrocchiale”.
La note evidenzia inoltre che “celebrare l’Eucaristia esclusivamente con il Rito Romano secondo il Missale Romanum di Giovanni XXIII del 1962, quale forma straordinaria introdotta dal Motu Proprio Summorum Pontificum, emanato da Papa Benedetto XVI nel 2007, escluderebbe dalla partecipazione alla Messa la porzione di popolo di Dio che desidera prendervi parte attivamente secondo la forma ordinaria del Messale di Paolo VI, attualmente in uso. Sarebbero, così, gravemente compromessi il diritto e la libertà di buona parte dei fedeli. Personali convincimenti, dunque, presentati da singoli come dottrina autentica, non possono essere imposti ai fedeli. Spetta al vescovo nella diocesi ‘dare norme in materia liturgica, alle quali tutti sono tenuti’, ‘per difendere l’unità della Chiesa universale’ e ‘promuovere la disciplina comune a tutta la Chiesa’ (Congregazione per il Culto Divino, Istruzione Redemptionis Sacramentum, nn. 176-177)” – conclude la nota.
Nei giorni scorsi don Leonardo Ricotta, spesso critico nei confronti del corso di Papa Francesco, aveva apertamente annunciato che nella sua parrocchia i fedeli avrebbero ricevuto soltanto “la comunione spirituale”. Questo perché “la comunione nelle mani è un sacrilegio, la comunione nella plastica messa sulla plastica è un secondo sacrilegio. Che la plastica dove è stato deposto il corpo di Cristo venga poi buttata nell’immondizia, perché parliamo di guanti monouso, è un terzo sacrilegio”.
Tre sacrilegi in uno, insomma, e il sacrilegio “è il peccato più grave che l’uomo possa commettere, è un peccato che va contro Dio. E’ un atto di macelleria eucaristica. E io nella mia coscienza non mi sento assolutamente di commettere questo triplice sacrilegio”.