E’ l’ultima frontiera delle truffe: il Vishing, la telefonata dal numero verde della propria banca. Un finto dipendente che chiama con il numero già salvato in memoria dell’utente e avvisa di tentativi di accesso al proprio conto per cui bisogna cambiare le credenziali.
La polizia postale di Genova è riuscita a sgominare una banda che in poco più di tre mesi ha svuotato il conto di circa 200 persone in tutta Italia impossessandosi di oltre 300 mila euro. Quattro le persone denunciate, tutte della Campania dove c’era la centrale operativa dell’organizzazione, e una cinquantina quelle indagate tra prestanome e complici. Le frodi hanno visto un boom soprattutto durante il lockdown.
“A partire dall’emergenza Covid c’è stata una impennata di truffe online con un incremento del 400% rispetto allo scorso anno”, afferma Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo, lobby dei consumatori specializzata in tecnologia.
I quattro usavano anche la tecnica dello Smishing, i finti sms inviati dalla banca che si mettono in coda di quelli veri e rinviano a un link tramite il quale si invitava il cliente a cambiare credenziali a causa di tentativi di accesso al proprio conto.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i prelievi andavano da 300 ai 55 mila euro. I soldi venivano usati per comprare costose macchine, abiti griffati e telefonini di ultima generazione. Il sospetto degli inquirenti è che dietro l’organizzazione ci sia la camorra.
Ma oltre al danno dei conti correnti prosciugati le vittime venivano anche derise. Dalle intercettazioni e’ emerso che i truffatori insultavano alla fine della telefonata le vittime. “Ti abbiamo fregato” o ancora “sei stato un ciambellone”.
Gli indagati agivano velocemente: dopo avere ottenuto le credenziali svuotavano subito il conto trasferendo i soldi in conti su carte intestate a prestanome, inoltre cambiavano spesso schede telefoniche per non farsi rintracciare.
Nelle corso delle perquisizioni gli agenti hanno trovato cellulari, sim, ma soprattutto elenchi con i numeri delle persone da chiamare e a cui inviare sms. Questi elenchi vengono recuperati dai truffatori da appositi canali Telegram o dal deep web. La prima difesa è non fidarsi: “Le banche – fanno sapere dalla polizia postale – non usano i numeri verdi per le chiamate in uscita e non contattano i clienti con messaggini. Anche in caso di telefonate con il prefisso della propria città è sempre meglio richiamare il proprio istituto di credito per verificare. Infine, non aprire mai i link mandati sui messaggini. E nel caso in cui si fossero indicate le proprie credenziali chiamate subito la banca e bloccate l’accesso”. (Ansa)