“Pinuccio Tatarella era un convinto sostenitore della coesione e della costruzione di un’ampia area moderata, ma oggi è più facile rispondere alla domanda sull’esistenza della vita su Marte piuttosto che sulla possibilità che dalle attuali esperienze politiche rinasca un soggetto unitario nel nuovo centrodestra”. Nello Musumeci con una battuta glissa sull’interrogativo riguardante il futuro della destra, nella mente delle oltre duecento persone che hanno affollato ieri pomeriggio la sala di villa Withaker.
La presentazione del volume “Pinuccio Tatarella: passione e intelligenza al servizio dell’Italia” edito dalla casa editrice Regnani-Giubilei è stata l’occasione non soltanto per ricordare il visionario esponente che ideò e costruì Alleanza nazionale, ma anche per confrontare le esperienza di chi, da quel mondo proviene, ma che oggi milita in partiti diversi. Qualcuno la chiama ironicamente la “diaspora missina” o “aennina”, ma al di là delle battute è un fatto che dalla fine del Popolo delle libertà gli ex seguaci di Tatarella e Fini si siano divisi in molti rivoli.
Per ricordare Pinuccio Tatarella, la Fondazione “Giuseppe e Marzio Tricoli”, animata dai figli dello storico esponente siciliano scomparso, Fabio e Marcello, hanno chiamato, come relatori, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, l’editore Tommaso Romano, il nipote di Pinuccio Tatarella, Fabrizio e il giovane editore Francesco Giubilei.
Ed è stato proprio Giubilei, dopo l’introduzione di Fabio Tricoli, a ricordare la sensibilità culturale di Tatarella. L’editore ha lanciato l’allarme sull’attuale tendenza a chiudere gli spazi di confronto da parte di alcune lobby politico-culturali di estrema sinistra. Giubilei ha ripercorso la controversa vicenda del salone del Libro di Torino con l’esclusione della casa editrice “Altaforte” rivelando che, nonostante le evidenti differenze culturali, anche la sua casa editrice è stata costretta ad esporre con la polizia a vigilare affinché lo stand non venisse preso d’assalto da contestatori.
Fabrizio Tatarella, nipote di Pinuccio e figlio di Salvatore, ex sindaco di Cerignola e più volte parlamentare, anima la Fondazione “Tatarella” ed ha ricordato come lo zio avesse da sempre perseguito l’obiettivo di rendere la destra “affidabile e alleabile”. La svolta di Fiuggi, voluta da Fini, fu solo il compimento di una operazione culturale avviata da Pinuccio Tatarella e dal professore Domenico Fisichella insieme ad una giovane classe dirigente proveniente dal Msi.
Per Fabrizio Tatarella Pinuccio si guadagnò il soprannome di “ministro dell’Armonia” per la sua capacità di risolvere la fisiologica conflittualità politica in nome di principi e interessi superiori. Da qui i rapporti stretti con esponenti di altri partiti come Luciano Violante, Massimo D’Alema e lo stesso attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
“Fu lui ad impormi di candidarmi a presidente della Provincia di Catania – ha rivelato Nello Musumeci -. Era convinto che avremmo perso le elezioni, si sbagliò e governai per dieci anni”. Il presidente della Regione ha ripercorso la storia recente della destra non lesinando critiche a Gianfranco Fini. Nel mirino di Musumeci anche la politica urlata e le campagne di odio “tipiche del M5S”.
“Pinuccio ci ha insegnato ad approfondire i temi e a non rispondere ai problemi con gli slogan come purtroppo troppo spesso accade oggi – ha detto Musumeci -, ma soprattutto ci ha insegnato che in politica non esistono nemici, ma avversari”. Poi un’analisi dello stato attuale della destra, divisa in Sicilia come altrove, e l’incertezza sul futuro di un’area che non ha ancora trovato un punto d’incontro.
Lo stesso movimento di Musumeci, #diventeràbellissima, è attraversato da un dibattito interno sulle sue prospettive nazionali. Da una parte chi vorrebbe intraprendere un percorso arioso per realizzare un movimento nazionale insieme al governatore della Liguria Giovanni Toti, dall’altra chi propende per un patto federativo locale con la Lega di Matteo Salvini.
Maurizio Gasparri, che di Tatarella fu uno dei collaboratori politici più attivi, oggi è senatore di Forza Italia. L’ex An ora azzurro rende merito a Silvio Berlusconi per avere consentito, con la sua discesa in campo nel ’94, lo “sdoganamento” della destra missina. Per Gasparri “i leader oggi soffrono di scarsa longevità, il caso Renzi lo dimostra” e per questo il panorama politico è in continua evoluzione. Anche per l’ex ministro delle Comunicazioni è difficile dire se, nonostante il lascito politico-culturale di Tatarella, le anime della destra riusciranno a tornare insieme, “l’importante – ha concluso – è mantenere vivo il confronto all’interno di una comunità culturale che ha ancora tanto da dare all’Italia”.
Oltre ricordi personali e aneddoti, la testimonianza di Tommaso Romano che, sottolineando la curiosità intellettuale e la vivacità culturale di “Pinuccio”, ha lanciato un messaggio proiettato nel futuro politico. “Dalle nostre Fondazioni (Alleanza nazionale, Tricoli, Tatarella, Nazione futura ndr) può partire un dibattito fecondo per costruire qualcosa di nuovo nel solco della tradizione della destra” – ha suggerito. Un modo non commemorativo per rendere vivo l’insegnamento di Tatarella.