“Nella sanità privata siciliana lavorano quasi 7 mila operatori ed 1 euro investito comporta un ritorno di 1 euro e 70. Purtroppo, chi ha deciso e chi decide spesso non ha avuto ben chiara quella visione prospettica del ruolo della componente privata nel tessuto produttivo siciliano”. Lo ha detto Marco Ferlazzo, presidente Aiop Sicilia, ai cronisti a margine della presentazione del primo bilancio aggregato 2018 delle strutture sanitarie private aderenti.
“Grazie agli sforzi profusi da Aiop per promuovere la cultura della responsabilità e della sostenibilità, il bilancio sociale di Aiop Sicilia, nato dall’iniziativa delle strutture ospedaliere siciliane, rappresenta la sintesi del percorso di responsabilità che le strutture hanno avviato innovando i servizi, investendo in ricerca, formando le risorse umane, collaborando e dialogando con le istituzioni, promuovendo la tutela dell’ambiente e integrandosi nelle comunità al cui servizio operano”.
Dai dati del bilancio sociale 2018, si evince che in Sicilia i privati si avvalgono di 6.906 unità di forza lavoro, erogano 998 mila prestazioni ambulatoriali l’anno, 185 mila prestazioni ospedaliere in 52 strutture ospedaliere convenzionate, quarta regione in Italia. “Ecco quando si fanno le leggi di bilancio – ha sottolineato Ferlazzo – vanno valutati gli elementi strutturali che hanno una valenza fondamentale. I vari governi negli ultimi anni hanno tagliato 38 miliardi, oggi ci stiamo accorgendo che la tendenza si sta invertendo e l’attenzione verso la sanità privata è maggiore”.
In Sicilia Aiop rappresenta 52 strutture ospedaliere private con 4.227 posti letto autorizzati, dei quali 4.103 accreditati. Inoltre, sono 7 le residenze sanitarie assistenziali per 413 posti letto, dei quali 335 accreditati. Le aziende siciliane associate erogano ogni anno 185 mila prestazioni ospedaliere, che rappresentano il 23,4% del totale nell’Isola.
E’ quanto emerge dal primo bilancio sociale aggregato 2018 di Aiop Sicilia, presentato in mattinata nella sede di Sicindustria da Carlo Luison, di ‘Bdo Italia’ che ha elaborato il documento, alla presenza del presidente di Sicinduustria Alessandro Albanese, del presidente di Aiop nazionale Barbara Cittadini e di quella regionale Marco Ferlazzo, dell’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza e dell’assessore regionale alle Attività produttive Mimmo Turano.
La forza lavoro dei privati, a livello regionale, è composta da 6.906 unità contrattualizzate: 33% medici; 30% infermieri; 5% tecnici; 11% personale di assistenza e 21% altro personale. L’occupazione generata è in maggioranza locale, l’83% dei dipendenti risiede nella stessa provincia in cui lavora; circa il 92% dei dipendenti è assunto a tempo determinato. Il totale del valore della produzione di tutte le strutture associate Aiop sfiora i 629 milioni di euro. Attenzione è inoltre dedicata all’ambiente, infatti, il 61% delle strutture ha intrapreso iniziative per una migliore gestione energetica.
“La sostenibilità è una sfida difficile che diventa anche fatto culturale – ha detto il presidente di Sicindustria Alessandro Albanese – e oggi dobbiamo guardare al benessere individuale e collettivo e al contempo allo sviluppo economico, è una sfida da sostenere e il cammino che va condiviso tra pubblico e privato e la sanità ha anche il suo ruolo”.
“Il sistema sanitario nella nostra regione, nonostante abbia fatto un incontrovertibile percorso di efficientamento, soprattutto della spesa, continua a registrare criticità, sovrapponibili a quelle di molti altri territori del resto d’Italia. La scelta di produrre il bilancio sociale delle strutture sanitarie associate ad Aiop Sicilia è una forma di fotografia, di autoscatto delle nostre realtà e ha un significato che va rilevato perché certifica e avvalora, ancora una volta, che i privati nel sistema sanitario sono, sempre più, una realtà importante e non solo dal punto di vista strettamente sanitario”. Lo ha detto Barbara Cittadini, presidente nazionale Aiop.
“Dal documento – ha aggiunto Cittadini – emerge chiaramente che la sanità non rappresenta solo una ‘spesa pubblica’, ma un elemento di sviluppo e di civiltà, uno strumento di miglioramento della salute e della qualità della vita, anche in Sicilia. In altri termini, non si tratta solo dell’erogazione di una assistenza sanitaria degna di un Paese civile ma anche del ruolo che le nostre aziende detengono in termini di occupazione, formazione, ricerca, innovazione, presenza sul territorio, attenzione all’ambiente”.
“Rappresentiamo – ha continuato Cittadini – un modello virtuoso di assistenza sanitaria che, con la componente pubblica, cerca di garantire, in Sicilia, servizi di cura efficienti ed efficaci, sia dal punto di vista economico che da quello sociale. In una situazione complessa – ha proseguito Barbara Cittadini – chi ha l’onore e l’onore della programmazione ha un compito difficilissimo, che indica, ancora una volta, l’importanza di sostenere il sistema sanitario con adeguati e coerenti investimenti.Gli anni di definanziamento sul sistema sanitario hanno determinato un impoverimento economico e sociale del nostro territorio, una condizione sulla quale, oggi, occorre intervenire implementando una programmazione degli investimenti che abbiamo registrato, con grande entusiasmo,negli impegni programmatici dell’assessore regionale alla sanità Razza, con il quale l’Aiop lavora in piena collaborazione”.
“Nel 2007 ci siamo dovuti confrontare con l’esigenza del piano di rientro pur subendolo e patendolo, abbiamo scelto di condividere un percorso che ha evitato alla Sicilia di essere commissariata e di essere catalogata tra le ‘canaglie’ “, ha detto la presidente nazionale di Aiop Barbara Cittadini, ai giornalisti. “Il percorso di efficientamento della spesa era inevitabile – ha proseguito Cittadini – ma atteneva a un momento di emergenza. E’ drammatico quando un Paese trasforma tutte le leggi emergenziali in strutturali, perché questo non consente la crescita di migliorare l’offerta e noto che ci sono segnali sia a livello nazionale che regionale della volontà di tornare a investire. Si è compreso che, razionalizzata la spesa, ora dobbiamo riqualificare l’offerta che nel tempo è mutata, perché si è allungata l’età media della popolazione, sono aumentate le patologie croniche, la ricerca è andata avanti. Bisogna riprogrammare l’offerta in termini qualitativi e quantitativi”, ha concluso.
“La Sicilia può essere una regione guida per i servizi sanitari nel Mezzogiorno, anche attraverso un maggiore investimento e attraverso una maggiore integrazione pubblico-privato. Il rapporto di Svimez ci ricorda che siamo l’unica regione che ha visto diminuire i viaggi della speranza”, ha detto l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.
“I tagli in passato non ci sono stati per ragioni che venivano dal nulla – ha precisato Razza – ma perché questa regione ha fatto un enorme buco della sanità che con grande fatica, attraverso il piano di rientro, oggi si sta colmando e quindi è arrivata una stagione di investimenti e di valorizzazione. Da parte della Regione Siciliana – ha spiegato Razza – c’è stato, anzitutto, il riconoscimento dell’importanza dell’integrazione tra il sistema sanitario erogato da soggetti di diritto pubblico e quello erogato da soggetti di diritto privato perché alla fine la sanità è una sola ed il diritto alla salute è un diritto individuale di ogni cittadino. Stiamo lavorando – ha aggiunto l’assessore regionale – perché dal 2020, attraverso forme di implementazione e di investimento, alcuni servizi e attività possano essere erogati in Sicilia per recuperare chi si vuole curare nella propria terra utilizzando anche e soprattutto le strutture di diritto privato e presto aprire le porte con contratti ad altri 5 mila professionisti della sanità”.