Arresti a Trapani, politici e imprenditori praticamente andavano a braccetto. “Abbiamo scoperto un connubio sistemico finalizzato alla corruzione tra imprenditoria e politica”, ha detto il procuratore aggiunto di Palermo Dino Petralia (nella foto) commentando l’inchiesta che ha portato all’arresto dell’armatore Ettore Morace, del candidato sindaco di Trapani Girolamo Fazio e del funzionario regionale Giuseppe Montalto, 46 anni, coordinatore della segreteria particolare dell’assessore regionale alle Infrastrutture Giovanni Pistorio, e titolare di un’agenzia pubblicitaria che ha sede a Palermo, la “Dorian Gray – Comunicazione integrata”, che ha lavorato in vari progetti con la Regione, tra i quali l’inaugurazione del museo di Aidone, dove è esposta la Venere di Morgantina. Montalto, posto ai domiciliari, in assessorato aveva svolto lo stesso ruolo, dal novembre 2014, con il precedente assessore Giovanni Pizzo. Montalto è un esterno all’amministrazione regionale e il suo è un incarico fiduciario. L’assessorato alle Infrastrutture è l’ente che ha bandito le gare sul trasporto marittimo con le isole minori.
Giuseppe Montalto “è un altro dei soggetti in stretto contatto con Morace – ha detto il procuratore capo Francesco Lo Voi – ha curato gli interessi personali di Morace contribuendo al blocco di un consulente inviso da Morace. Blocco ottenuto investendo anche alcuni esponenti del M5S che hanno sollevato un “muro” sulla nomina. Montalto ha ottenuto in cambio la liquidazione di 50.000 euro versati da una terza persona, in compensazione della cessazione del rapporto di lavoro, e altri 50.000 successivi, camuffati da fattura per una operazione inesistente”.
Per un regionale infedele, un altro leale. “L’inchiesta – ha sottolineato Petralia, che coordina il gruppo sulle indagini sulla pubblica amministrazione – parte da un atto coraggioso e di lealtà di un funzionario regionale, subentrato a quello che aveva curato l’emissione dei bandi che avevano favorito Morace, che si è aperto a una totale collaborazione con gli inquirenti”. In dieci mesi l’inchiesta si è conclusa. Alcuni tronconi saranno inviati ad altre procure. L’inchiesta riguarda i territori di Palermo, Trapani, Napoli, Livorno e Messina. Il procuratore capo di Francesco Lo Voi ha sottolineato la rapidità con cui anche l’ufficio dei gip si è mosso e la novità di due comandi provinciali dell’Arma, Palermo e Trapani, che hanno lavorato insieme. (Ansa/Agi)