Ha tecnicamente 14 giorni di tempo – ma la decisione potrebbe avere tempi più brevi – il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, per inviare la sua valutazione al Tribunale dei ministri del capoluogo etneo sulla posizione del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, del vicepremier Luigi Di Maio e del ministro Toninelli circa le loro “autodenunce” di corresponsabilità “politica e di governo” sul divieto di sbarco dei 177 migranti della nave Diciotti nel porto di Catania nell’agosto del 2018.
E’ stata la presidenza del Senato a trasmettere a Catania gli atti che i tre esponenti del Governo avevano inviato alla Giunta per l’immunità di Palazzo Madama che si occupa dell’autorizzazione a procedere, per sequestro di persona aggravato, nei confronti del ministro dell’Interno, Matteo Salvini.
Il procuratore Zuccaro conosce bene l’inchiesta per essere il titolare dei due fascicoli aperti, quello sul responsabile del Viminale e quello che, per atto dovuto, coinvolge gli altri tre esponenti del Governo. E’ quindi logico supporre che dovrebbe inviare nei prossimi giorni gli atti al Tribunale dei ministri e ai tre destinatari del provvedimento: Conte, Di Maio e Toninelli, che riceverebbero avvisi di garanzia con la richiesta della Procura nei loro confronti. Se la linea non è cambiata, la Procura chiederà l’archiviazione anche per loro per avere agito per “scelta politica, non sindacabile dal giudice penale”.
Tecnicamente, dopo avere ricevuto la nuova proposta dalla Procura – di archiviazione, come già avanzata per il responsabile del Viminale, o di richiesta di autorizzazione a procedere – il Tribunale dei ministri ha 90 giorni per decidere. A valutare sarà lo stesso collegio che ha deciso di chiedere l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro Salvini.
Il collegio si è già occupato del caso ma, se dovesse arrivare una richiesta dalla Procura, le posizioni di Conte, Di Maio e Toninelli potrebbero essere considerate ‘diverse’ da quelle di Salvini perché potrebbero essere valutate non operative e questo potrebbe portare il Tribunale dei ministri – ma siamo sempre nel campo delle ipotesi – a non ritenere sia stato commesso un reato penale.
In caso contrario, di richiesta di autorizzazione a procedere, gli atti saranno mandati per Conte, che non è parlamentare, al Senato, mentre per i deputati Di Maio e Toninelli alla Camera. Il processo, in caso di ok all’autorizzazione a procedere, si celebrerebbe sempre davanti al Tribunale dei ministri di Catania, ma in una diversa composizione, con altri giudici sempre dello stesso Distretto. (ANSA).