Dottore Panci, avete chiuso la clinica in autotutela e i pazienti in atto ricoverati posti in isolamento. Tamponi sono stati eseguiti anche per i familiari, non è bene metterli in isolamento nei covid-hotel?
La nostra struttura è parte integrante della Rete Sanitaria Regionale. Maria Eleonora Hospital è un ospedale di Alta Specialità accreditato SSN e ASP, con la quale collabora fianco a fianco nella lotta al Covid seguendo le linee guida del Dipartimento di Prevenzione. Esistono delle procedure e dei percorsi che devono essere attuati in questi casi. Siamo in costante contatto con il responsabile del Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Palermo e seguiamo le sue indicazioni e le priorità date anche per le modalità di esecuzione dei tamponi. Per quanto riguarda l’ipotesi di trasferire i familiari dei pazienti in Covid hotel, non è una decisione di nostra competenza, sarà il Dipartimento di Prevenzione a decidere in merito.
Secondo lei il virus si è diffuso all’interno della struttura oppure è stato trasmesso da qualcuno proveniente dall’esterno, per esempio medici e chirurghi della stessa struttura?
Al momento non è possibile dare una risposta precisa a questa domanda, stiamo effettuando tutti i controlli per tracciare la modalità di contagio nonostante sia stato istituito all’ingresso un rigido triage intraospedaliero per operatori sanitari e visitatori e siano state rispettate tutte le linee guida internazionali, nazionali e regionali previste.
Quali saranno i prossimi passaggi che la Maria Eleonora Hospital sta mettendo in atto per evitare altri spiacevoli inconvenienti?
Da quando è iniziata l’emergenza coronavirus Maria Eleonora Hospital ha messo in atto tutti i provvedimenti preventivi a tutela dei pazienti e dei lavoratori previsti dall’OMS, dalle linee guida nazionali e dalle linee guida regionali: abbiamo istituito un rigido triage all’ingresso per operatori sanitari e visitatori, dal 19 marzo sono state sospese le visite dei famigliari ai pazienti ricoverati. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria e sino alla data del 19 marzo, le visite erano consentite nella misura di un famigliare alla volta per paziente per un massimo di 15 minuti di permanenza nella struttura corredati di tutti i DPI necessari.
Voi avete proseguito l’attività, non avete pensato prima di fare i tamponi ai pazienti che avete nel tempo ricoverato?
Abbiamo proseguito solo l’attività in emergenza e urgenza per i pazienti cardiopatici da sottoporre a interventi salvavita come da linee guida e direttive del nostro Assessorato Regionale.