Nel corso del 2018 la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti siciliana ha celebrato 103 udienze pubbliche (collegiali e monocratiche) e 56 udienze camerali. Sono state emesse 960 sentenze, di cui 118 sentenze in materia di responsabilità amministrativa nei confronti di 186 amministratori o dipendenti pubblici, e pronunciate condanne per 15,5 milioni di euro con un leggero incremento rispetto al precedente anno (14,4 milioni di euro).
E’ quanto emerge nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2019 della Sezione giurisdizionale della Corte dei conti per la Regione siciliana, celebrata oggi a Palermo. Cinquanta sono state le sentenze in materia di conti giudiziali resi da agenti contabili (tesorieri, consegnatari, economi); 788 le sentenze in materia di pensioni pubbliche. Sono state inoltre emesse 163 ordinanze e 8298 decreti in materia di conti giudiziali.
La cerimonia nell’Aula magna della Scuola delle scienze giuridiche ed economico sociali dell’Università, alla presenza delle più alte cariche istituzionali. Dopo il saluto del rappresentante del Consiglio di presidenza, Luigi Balestra, il presidente Guido Carlino ha preso la parola per la relazione sull’attività svolta. A seguire la relazione del procuratore regionale, Gianluca Albo, e gli interventi del rappresentante del Consiglio dell’Ordine degli avvocati, Giovanni Immordino, del presidente della locale Sezione di controllo, Luciana Savagnone, e del rappresentante dell’Associazione nazionale magistrati, consigliere Piergiorgio Della Ventura.
“La tutela della legalità non può essere rimessa soltanto alla magistratura nei suoi vari ordini e ruoli, che certamente non deve sottrarsi alle proprie responsabilità, ma costituisce compito prioritario del legislatore e di chi amministra la cosa pubblica”. E’ il monito del presidente della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti siciliana, Guido Carlino, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario dei magistrati contabili, in corso a Palermo. Per Carlino, “al di là dei numerosi e pur necessari codici etici previsti dalla recente normativa” è “indispensabile” la formazione di “una cultura di contrasto all’illecito amministrativo – contabile”.
“L’amministrazione deve svolgere una seria prevenzione dell’illecito erariale – ha aggiunto Carlino -, attraverso un costante monitoraggio delle procedure di spesa e un efficace e tempestivo esercizio dei compiti di vigilanza e di controllo, in modo da scongiurare non solo profitti dolosi a danno delle finanze pubbliche, ma anche i numerosi sperperi dovuti a superficialità nell’agire, spesso non perseguibili in giudizio ove l’elemento psicologico della condotta illecita non superi la soglia di gravità prevista dalla legge”.
“C’è una sorta di melina istituzionale da parte degli amministratori che non vogliono eseguire le sentenze, anche da parte della Regione siciliana, che deve recuperare decine di milioni di euro negli ultimi anni da sentenze della magistratura contabile”. Lo ha detto il procuratore presso la sezione giurisdizionale della Regione siciliana della Corte dei Conti, Gianluca Albo, nel suo intervento in occasione della cerimonia di inaugurazione delle Anno giudiziario 2019.
“Un sistema anticorruzione credibile non può più prescindere da un chiaro intervento del legislatore che, in aderenza al principio di proporzionalità, preveda e disciplini conseguenze interdittive per coloro che all’esito del giudizio della Corte dei conti siano stati riconosciuti responsabili di gravi condotte lesive per l’erario. La condanna, infatti, è un evento oggettivo sintomatico, quanto meno, di inidoneità a gestire le risorse pubbliche che tramite la fiscalità lo Stato riceve dai suoi cittadini”, ha detto in un passaggio della sua relazione il procuratore della sezione giurisdizionale della Corte dei conti siciliana, Gianluca Albo, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario dei magistrati contabili.
“La domanda di giustizia contabile in Sicilia non è gestibile con 6 magistrati ma non lo sarebbe neanche con 50. Bisogna capire quali sono i fenomeni più rilevanti. Per quanto riguarda le fattispecie, in Sicilia arrivano tantissimi flussi di denaro comunitario. Sotto il profilo della correzione dell’azione amministrativa e delle distorsioni dell’azione amministrativa, segnaliamo il ricorso ingiustificato a incarichi fiduciari, con il culto della ricerca dell’uomo fedele anziché dell’uomo bravo; oppure le violazioni delle regole sui divieti di assunzione”. E’ la denuncia del procuratore della Corte dei conti siciliana, Gianluca Albo, a margine della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario a Palermo.
“Su queste criticità cerchiamo di intervenire, ma siamo onesti – ha aggiunto Albo -: come tutti i macrofenomeni sono quelli che comportano maggiori difficoltà di intervento a causa di disfunzioni di apparato e normative non sempre chiare. Nei grandi fenomeni di spreco di risorse pubbliche, l’apparato è già coperto a priori, quindi è più difficile penetrare e individuare la condotta illecita. Questa è la nostra scommessa: a volte ci riusciamo, molte volte no”.