Cuffaro torna a Palazzo dei Normanni dopo 10 anni: “Ho commesso errori e la vita mi ha fatto pagare il conto”

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“Ho notato che c’è un ascensore nuovo, è bello”. Lo ha detto, in mattinata, Totò Cuffaro, arrivato al piano parlamentare di Palazzo dei Normanni per partecipare al convegno sulle condizioni di vita nelle carceri organizzato dal deputato Udc Vincenzo Figuccia. L’ultima volta che l’ex presidente della Regione Siciliana ha messo piede all’Ars era il 28 gennaio 2008 quando annunciò le sue dimissioni in seguito alla condanna per favoreggiamento aggravato alla mafia.

“Nei luoghi in cui hai vissuto un pezzo, giusto o sbagliato, della tua vita, ti crea sempre un po’ di emozione. Mi emoziona ritornare qui – ha detto Totò Cuffaro – ma se devo essere sincero mi sono emozionato di più quando sono rientrato in cella dopo la mia prima “uscita” dal carcere, con i Radicali. Lo avevo promesso ai miei compagni di cella: una volta uscito, avrei fatto di tutto per spiegare che dentro le carceri non ci sono corpi ma persone con i loro diritti”.

“Una presenza che nei giorni scorsi ha sollevato molte polemiche, a partire dal M5S, che ha organizzato un sit-in di protesta davanti all’Ars.  Alle polemiche mosse in particolare dal M5S, sulla opportunità di farlo intervenire all’Ars, Totò Cuffaro ha replicato: “Va bene così. E’ giusto che ognuno sviluppi il suo ragionamento. Non ritengo quella dei grillini una polemica nei miei confronti, ma una semplice presa i posizione di persone che sostengono alcune cose, e fanno bene a farlo, ce ne sono diverse altre che invece sostengono il contrario, non mi pare che ci sia nulla di così complicato. In carcere ho imparato a non giudicare me stesso, quindi figuriamoci gli altri. Accetto la loro posizione anche se non la condivido”. E cita Victor Hugo. Diceva una cosa che non condivido ma che è attuale: “Detenuti si rimane a vita”. Fanno bene i grillini – ha detto Cuffaro – ad esprimere la loro opinione, solo mi dispiace che ci sia una così estenuante attenzione su di me, tutte le volte che faccio qualcosa: oggi vengo qui a parlare di umanizzazione nelle carceri e di detenuti, dei loro figli, distribuirò nel corso del convegno la prefazione di un libro dove mio figlio spiega che cosa significa essere figlio di un detenuto; tento di portare un contributo all’umanizzazione delle cercati. Se l’opinione pubblica – ha aggiunto Totò Cuffaro – capirà che dentro quei luoghi non ci sono corpi, ma ci sono storie di persone, forse anche la politica se ne occuperà e non saremo più in fondo alla graduatoria per la qualità della vita dei nostri detenuti”.

“Mi hanno spiegato che mi hanno messo in carcere per rieducarmi – ha aggiunto Cuffaro – Io sono andato in carcere con grande umiltà, mi sono rieducato. Se la Costituzione ti educa perché tu possa essere parta attiva della società io sono qui. Quindi, a chi dobbiamo credere? A Hugo o alla Costituzione? Abbiamo fatto tanto per difenderla…”.

“Don Pino Puglisi è un martire della libertà, dell’onestà, della legalità e contro la mafia. Sarò tra quelli che andranno a pregare per Don Pino Puglisi e per la presenza del Papa”, ha detto Cuffaro prima del convegno.

“Non tornerò in politica. Posso fare una battuta pesante? Da “uomo d’onore” vi dico che non torno in politica. Ovviamente uomo d’onore lo dico con ironia…”, ha precisato Totò Cuffaro. “A me la vita ha fatto pagare un conto meritato ma mi ha insegnato alcune cose: mi ha rimesso in ordine i valori”, ha detto Cuffaro nel suo intervento, “La vita mi ha spiegato che è inutile che mi lamenti quando lo Stato non mi manda al funerale di mio padre perché quando lui faceva il compleanno e mi chiedeva di essere presente io avevo l’aula, la riunione di giunta o di partito”, ha aggiunto Cuffaro, che ha scontato una condanna a sette anni per favoreggiamento aggravato alla mafia. Poco prima l’ex governatore aveva ammesso: “So di avere commesso mille errori, e forse non li ho pagati tutti, ma se questo Paese penserà che andare incontro agli altri è importante alla fine una idea di speranza potrà vincere”.

“Il prossimo 15 ottobre organizzo al Teatro Massimo un gala di beneficenza per aiutare i bambini del Burundi. Stamattina il ministro della Sanità del Burundi mi ha chiamato per confermarmi la sua presenza, così come i ministri del Turismo e del commercio”, ha detto l’ex governatore siciliano Totò Cuffaro parlando con i giornalisti al suo arrivo a Palazzo dei Normanni. “Visto che sono stato radiato dal’albo dei medici – ha aggiunto – non posso praticare la professione in Italia mentre in Burundi lo posso fare. Raccoglieremo i fondi per costruire un ospedale. Aiutatemi a divulgarlo”.

Nel sottogoverno del Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci “stanno nominando tanti ex amici miei, come sono diventati importanti tanti giornalisti ex amici miei. Perché scrivete che le persone che erano con me sono diventate amministratori? Se ho preso 1,8 milioni di voti avrò avuto qualche amico?”, ha detto Totò Cuffaro, a Palazzo dei Normanni, rispondendo ai giornalisti che gli chiedono di commentare la nomina di alcuni componenti del sottogoverno di Musumeci e che facevano parte del suo entourage. “Potrei dire: vuol dire che erano bravi, ma non lo dico”.

“C’è chi ha detto che gli vengono i brividi al pensiero che Totò Cuffaro rientra a Palazzo dei Normanni. A me pure, però mi vengono brividi di emozione e di affetto nei tuoi confronti.  L’ho sempre detto, tu sei l’unico che ha pagato per tutti. Totò, qui sei il benvenuto, questa è casa tua”, ha detto il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè.

Al termine del convegno sulle carceri a Palazzo dei Normanni, l’ex presidente della Regione Totò Cuffaro è stato accerchiato da molte persone che erano in sala per ascoltare il suo intervento: amici, conoscenti, politici molti dei quali hanno chiesto di poter fare un selfie con lui. “Quando sono entrato in carcere i selfie non sapevo cosa fossero, forse neppure esistevano” dice Cuffaro, sorridendo. “Adesso ogni tanto la gente mi ferma per strada per salutarmi e farsi una foto con me – ha detto – non ho più un ruolo politico, non ho prebende da elargire, quindi se lo fanno vuol dire che sono sinceri”. (foto Italpress)