Ragusa: maxi operazione antidroga dei carabinieri con 21 arresti. Questa mattina circa duecento Carabinieri del Comando Provinciale di Ragusa stanno dando esecuzione a 21 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Ragusa, su richiesta della locale Procura della Repubblica nei confronti di altrettanti italiani e albanesi dediti al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, operanti prevalentemente in provincia.
I provvedimenti restrittivi sono il risultato di un’indagine, condotta dai Carabinieri e coordinata dalla Procura di Ragusa, nei mesi scorsi che ha già consentito di arrestare in flagranza otto persone e recuperare circa un chilogrammo di cocaina pura.
Agli arrestati, alcuni dei quali gravati da numerosi precedenti penali, è stato contestato il reato di detenzione ai fini di spaccio di cocaina, in concorso, continuato, nonché, solo per alcuni, di detenzione e porto abusivo di arma da fuoco. Sono in corso numerose perquisizioni nei confronti di tutti gli indagati e di altri soggetti coinvolti nell’inchiesta al fine di rinvenire ulteriore sostanza stupefacente. Sequestrato denaro contante provento dell’attività di spaccio e materiale per il confezionamento dello stupefacente.
In manette sono finiti 12 albanesi e 9 italiani, ritenuti dagli investigatori membri di una banda dedita allo spaccio di droga in provincia di Ragusa. Le ordinanza di custodia cautelare, di cui 16 in carcere e 5 ai domiciliari, sono state emesse dal gip del Tribunale di Ragusa, Claudio Maggioni, su richiesta del sostituto procuratore Valentina Botti. Le indagini, scattate nell’ottobre del 2015, sono la prosecuzione dell’operazione Kamarina Drugs, che nel dicembre di quell’anno portò all’arresto di 14 spacciatori che svolgevano la loro attività nei pressi dei luoghi maggiormente frequentati dai giovani lungo la costa marittima ragusana.
Gli investigatori sono riusciti così a ricostruire una fitta rete di spacciatori che facendo base a Santa Croce Camerina, Vittoria, Scoglitti e Comiso rifornivano clienti provenienti da tutta la provincia. Sconteranno la misura in carcere: Mirjan Ajdini, 29 anni, disoccupato albanese; Donato e Mirko Ballarò, 29 anni e 32 anni, braccianti agricoli; Gianfranco Casano, 27 anni, anche lui agricoltore; Lorenc Daiu, 38 anni, imprenditore agricolo albanese; Ferit Hoxholli, 35 anni, operaio albanese e Hajdar Kaja, 31 anni, commerciante originario dell’Albania. Custodia cautelare in carcere anche per gli albanesi Elton Laraku, 30 anni, imprenditore agricolo; e Kujtim Malka, 38 anni, operaio; e ancora per Francesco Oro, 35 anni, agricoltore; e Davide Spatola, 35 anni, operaio. Finiscono in carcere anche Elis Rustami, 30 anni, imprenditore agricolo albanese, Erjon Seferi, 35 anni, albanese; Adenis e Dashnor Tosku, albanesi di 34 e 38 anni; e Antonino Zisa, 38 anni, imprenditore agricolo.
Sconteranno la misura nei rispettivi domicili Michele Zago, imprenditore 35 enne ragusano, Klodian Kamberaj, bracciante agricolo albanese di 37 anni, Jessica Kaftirani, disoccupata albanese di 22, Antonino Di Modica, imprenditore agricolo di 34 di Vittoria, Giuseppe Burrometo, imprenditore agricolo ragusano di 40.
“Sin da subito nell’indagine – spiegano gli investigatori dell’Arma – è emerso che Mirjan Ajdini, chiamato anche Arjan o ‘Emiliano’, era il vero e proprio punto di riferimento di spacciatori e assuntori di cocaina dei centri di Santa Croce Camerina, Vittoria, Scoglitti e Comiso”. Nell’attività di spaccio veniva aiutato da Francesco Oro.
“I due ricevevano gli assuntori o piccoli spacciatori presso una villetta a Punta Braccetto, dimora di Ajdini – dicono ancora gli investigatori – e nascondevano lo stupefacente in barattoli di vetro occultati nei cespugli del vialetto adiacente”.
In un caso, durante un controllo a un indagato i carabinieri hanno trovato una grossa quantità di cocaina e sequestrato 9 mila euro in contanti, nascosti in un’intercapedine ricavata nel cruscotto dell’auto. Per eludere i controlli la banda utilizzava un sistema di vedette e in altri casi lo spaccio avveniva in spiaggia per ostacolare l’intervento delle forze dell’ordine. Dalle indagini è emerso anche che alcuni degli indagati potevano contare sulla disponibilità di armi, che nascondevano nell’area serricola a ridosso della Riserva naturale di Randello. Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati quasi 26.000 euro in contanti e vario materiale per confezionamento dello stupefacente. (Adnkronos)