Beni per un valore di 443.041,79 euro sono stati sequestrati dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza nell’ambito di un’indagine che ha fatto luce su una frode nella riscossione dei ticket sanitari all’Asp di Enna.
Il provvedimento ha riguardato tre persone: l’amministratore unico e due gestori di fatto della società affidataria del servizio di gestione integrata del Cup – Call Center – Riscossione Ticket dell’Asp di Enna.
Gli indagati da maggio 2012 a gennaio 2017, avendo, in ragione del servizio svolto, il possesso o comunque la disponibilità del denaro affluito all’Asp dai ticket versati dagli utenti, se ne sarebbero appropriati per un importo di 685.391,06 euro. L’ipotesi che viene contestata loro è di peculato aggravato continuato.
Nell’inchiesta sono rimasti coinvolti C.G.M.I., 42 anni, di Tremestieri Etneo, amministratore della società affidataria del servizio, e C.O.D., 33 anni, anche lui di Tremestieri Etneo, gestore di fatto della società con R.F., 40 anni, anche lei di Tremestieri Etneo, nel catanese. Gli investigatori hanno scoperto che la società affidataria del servizio inviava regolarmente all’Azienda sanitaria provinciale copia delle disposizioni di bonifico, “apparentemente” regolarmente quietanzate. Grazie ai controlli effettuati dal personale dell’Asp è stata accertata la totale mancanza di versamenti, inizialmente stimata in 535.087,35 euro.
Il gip del Tribunale di Enna ha disposto il sequestro di 443.041,79 euro, tenuto conto che dall’ammanco complessivo è stato recuperato dall’Asp l’importo di 242.349,27 euro, pari alla somma della fideiussione contrattuale incamerata ed ai residui corrispettivi dovuti per le prestazioni contrattuali rese dalla società, cessata dal servizio da gennaio 2017 e successivamente messa in liquidazione.
Sotto sequestro sono finiti una villetta a Tremestieri Etneo, composta da 8,5 vani, per un totale di 203 metri quadrati; un orologio d’oro Cartier; una Fiat 500; nonché 13 quote di partecipazione in otto società, variamente ripartite, intestate agli indagati, per un valore complessivo equivalente all’ammontare del sequestro.
Inoltre, gli investigatori hanno proceduto alla notifica del provvedimento nei confronti di otto banche e intermediari finanziari per porre sotto sequestro 25 rapporti (conti correnti, depositi, titoli, fondi azionari) emersi dalla consultazione dell’Anagrafe dei Rapporti Finanziari, per i quali sono i corso le opportune verifiche per quantificare l’ammontare delle giacenze e dei valori.