Nell’ambito della Giornata Mondiale del Cuore (29 settembre), la campagna “Cuoriamoci, piccoli gesti per la salute del cuore”, svela i risultati di un test online che, in soli 4 mesi, ha riscosso l’interesse di più di 50 mila italiani e ha acceso i riflettori sulle abitudini alimentari della popolazione, per alcuni versi virtuose e per altre, purtroppo, ancora poco salutari.
Il test è disponibile sul sito www.cuoriamoci.it con domande sull’utilizzo di cibi e condimenti in cucina, le modalità di cottura, la frequenza nel consumo di frutta e verdura e di altri alimenti preziosi per mantenersi in salute, la distribuzione dei pasti e la pratica regolare di uno sport.
L’iniziativa fa parte della campagna Cuoriamoci, promossa da Fondazione Italiana per il Cuore in collaborazione con la Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione e con il supporto non condizionato di Parmalat, per sensibilizzare gli italiani sull’importanza di prendersi cura del benessere del proprio cuore grazie a piccoli e semplici gesti: l’alimentazione, l’attività fisica e l’eliminazione di “piccoli, ma pericolosi vizi quotidiani”.
“Abbiamo voluto offrire alle persone uno strumento per valutare quanto si prendano effettivamente cura della salute del proprio cuore, tenendo presente che sane abitudini non solo aiutano a stare in forma ma sono necessarie per un corretto funzionamento dell’organismo e per prevenire le malattie cardiovascolari, le quali rappresentano nel nostro paese la principale causa di morte, responsabili del 44% dei decessi”, afferma Emanuela Folco, Presidente della Fondazione Italiana per il Cuore.
Su un campione di più di 50 mila test effettuati online tra giugno e settembre 2018, solo il 16% dei rispondenti dichiara di consumare regolarmente pesce. Un dato allarmante se si considera che gli esperti raccomandano un consumo di pesce, benefico per la salute cardiovascolare, almeno 2 volte a settimana per quello “grasso” (come il salmone) e quantità superiori di pesce “magro” (come quello azzurro).
Soltanto la metà della popolazione segue una dieta ricca di latte e yogurt: il 49% ne consuma tutti i giorni, mentre il 21% non ne consuma quasi mai.
“Purtroppo, in Italia si consuma ancora poco latte, siamo al di sotto delle quantità raccomandate: le linee guida consigliano di consumare 2-3 porzioni al giorno (250-375g) tra latte e yogurt, noi arriviamo a malapena a una sola porzione al giorno (126g)”, dichiara Andrea Ghiselli, Presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione e Dirigente di Ricerca al CREA, Alimenti e Nutrizione. “La ricerca scientifica ci dice che non solo il latte resta una fonte privilegiata e difficilmente sostituibile di calcio, ma che il suo consumo nell’ambito delle raccomandazioni è associato a benefici maggiori per la nostra salute”.
Per quanto riguarda frutta e verdura, il 45% degli intervistati ha ammesso di mangiarne almeno 1-2 porzioni al giorno, mentre il 42% ne consuma di più, circa 3-4 porzioni. Soltanto il 12% raggiunge però le 5 porzioni quotidianeraccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Anche il consumo di frutta secca e semi oleosi è ancora poco diffuso, sebbene i benefici per l’apporto di Omega 3 siano ampiamente riconosciuti: il 52% non ne consuma mai, il 24% ne fa uso circa 2-3 volte a settimana, il 24% ne consuma spesso.
Anche le abitudini di cottura dei cibi non sono purtroppo salutari: circa un terzo (32%) non cuoce quasi mai i cibi in modo leggero (cottura al cartoccio o al vapore, che conserva le proprietà nutritive degli alimenti.
Infine, per quanto concerne la distribuzione dei pasti, gli utenti hanno manifestato un comportamento abbastanza virtuoso: il 44% segue una colazione ricca al mattino con pranzo regolare e una cena leggera; male, invece, il 19%che – a causa della mancanza di tempo e di ritmi di vita frenetici – salta la colazione e si concede una cena abbondante, che dovrebbe invece costituire il pasto più leggero della giornata.
La Campagna Cuoriamoci, alla sua seconda edizione quest’anno, consiglia una prevenzione semplice, fatta di piccoli gesti quotidiani “salva cuore”, da ripetere quotidianamente. Sul sito internet www.cuoriamoci.it si possono trovare, infatti, articoli e raccomandazioni di esperti per una vita più sana: da consigli per praticare movimento per chi non ha tempo a idee su come variare l’alimentazione e renderla gustosa, con il giusto apporto di cereali integrali, legumi, verdura e alimenti ricchi di grassi Omega3 EPA e DHA, che contribuiscono alla normale funzionalità cardiaca.
La campagna “Cuoriamoci, piccoli gesti per la salute del cuore” è resa possibile grazie al supporto non condizionato di Parmalat, che rinnova il proprio impegno nella promozione di corrette abitudini attraverso iniziative concrete sul territorio, come fiere dedicate al cibo (Cibus) e manifestazioni sportive a scopo benefico. Le attività di promozione della Campagna Cuoriamoci continuano anche nei principali supermercati, dove sarà possibile ricevere materiali informativi e consigli utili e adatti a tutti sulla prevenzione delle malattie cardiovascolari.
Fondazione Italiana per il Cuore
L’Associazione Fondazione Italiana per il Cuore nasce nel 1990 per volere dell’illustre scienziato Rodolfo Paoletti, sulla spinta dell’enorme successo della prima campagna educazionale per la riduzione del colesterolo, svoltasi negli anni ’80 e, successivamente, di quella sui trigliceridi come fattore di rischio.
La Fondazione Italiana per il Cuore è un ente senza scopo di lucro giuridicamente riconosciuto (nr. 14.12.649, 2/4/2004), che opera su più fronti, con particolare attenzione alle malattie cardiovascolari e la loro prevenzione. Inoltre, è membro per l’Italia della World Heart Federation di Ginevra e membro attivo dello European Heart Network con sede a Bruxelles.
Interagendo con Società Scientifiche nazionali ed internazionali, la Fondazione svolge attività di diffusione dell’aggiornamento scientifico relativo alle malattie cardiovascolari e facilita l’interazione tra il mondo medico-scientifico, le istituzioni, le autorità ed il pubblico.
La Fondazione Italiana per il Cuore, insieme alla World Heart Federation e ad altri enti nazionali e sovranazionali, partecipa alle attività del “NCD Alliance” (un network di oltre 2000 organizzazioni rappresentanti la società civile presenti in oltre 170 paesi) che ha recentemente permesso il raggiungimento di un traguardo unico e irripetibile: infatti, durante l’Assemblea delle Nazioni Unite a New York, dal 20 al 22 settembre 2011 è stata discussa l’importanza e l’urgenza sanitaria, politica ed economica di dare priorità all’emergenza cardiovascolare nell’ambito della comune lotta alle malattie croniche non trasmissibili (NCD).
Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione
La Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione nasce nel 1966 e riunisce ricercatori, tecnici e clinici provenienti da diverse discipline (chimica, biochimica, dietetica, fisiologia, tecnologie alimentari, agronomia) con gli obiettivi di fornire ricerca e supporto scientifico per il settore produttivo agroalimentare e promuovere campagne ed interventi di educazione alimentare. E’ una Società Scientifica senza scopo di lucro, federata nella FeSIN, la Federazione delle Società Italiane di Nutrizione.