I renziani contro Crocetta: “Meglio come showman che come governatore”

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Tra Crocetta e il suo partito la guerra non è mai finita. Come tutti i conflitti etnici può solo conoscere momenti di stasi, ma poi, d’improvviso le fiamme del conflitto divampano nuovamente più alte di prima. A riaccendere lo scontro è stato, con le dichiarazioni post elettorali di ieri, proprio il governatore, ormai chiaramente sempre più “ospite” dentro il Pd.

Oggi la risposta dei renziani di Sicilia è stata violentissima e fa presagire una nuova escalation che potrà avere risvolti sull’azione di governo della maggioranza di centrosinistra. A far deflagrare lo scontro sono state le parole pronunciate da Crocetta che ha attaccato duramente la classe dirigente locale, ma soprattutto il governo Renzi, annunciando che tornerà a “fare il rivoluzionario” e che è “stanco di essere buono”.

La reazione è arrivata già nella tarda serata di ieri con il sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo: “Le dichiarazioni rese dal presidente Crocetta sono un penoso tentativo di scaricare su altri le colpe dei ballottaggi. La sua è una gestione amministrativa capace solo di distruggere, come nel caso della formazione professionale e dell’abolizione delle province, senza riuscire a costruire nulla di alternativo e che alla fine gli elettori hanno punito”. Da qui la necessità di “una seria analisi politica” all’interno del Pd che “prima di valutare ipotesi di nuove maggioranze – ha scritto scritto Garozzo – deve chiedersi se sia ancora il caso di sostenere questo governo”.

Per il sindaco di Siracusa “il messaggio lanciato con il voto di domenica è un segnale per un deciso cambio di passo” ma Crocetta, “che finora ha deluso tutte le aspettative, non sembra esserne all’altezza”. Non mancano anche questa volta parole dure, come quelle con cui definisce Crocetta: “presuntuoso e arrogante” per aver assunto l’atteggiamento di chi intende “dare patenti di persone per bene a suo piacimento”. E sull’analisi del voto Garozzo l’ha definito: “Strampalata quanto la sua azione di governo”.

Punto nel vivo Crocetta non ce l’ha fatta  ad incassare ed ha replicato. “Le dichiarazioni di Garozzo  sono a comando, dettate dal solito ignoto. E pertanto non meritevoli di alcuna risposta. Quando i suoi padroni verranno allo scoperto, risponderò a loro”. Il riferimento del governatore, esplicitato questa mattina, è a Davide Faraone.  “Il sindaco Garozzo parla per mentite spoglie, si fa dettare i comunicati stampa da Davide Faraone: ho assistito personalmente a questo teatrino in occasione di una nota contro Antonello Cracolici, ma tante altre persone ne sono testimoni. Questi sono i rottamatori del Pd, gli uomini di governo? – Ha proseguito nella polemica Crocetta”.

E mentre il sindaco di Siracusa a mezzanotte coniava su Twitter: #sarostaisereno, si preparava ad attaccare il presidente della Regione un altro renziano, Antonio Ferrante. Sempre su Twitter il piddino scrive: “Crocetta lasci stare il Pd, il governo e i bravi sindaci e governi. Più che uno yesman è stato uno showman a danno nostro”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Marco Zambuto, presidente dell’Assemblea regionale del Pd. “Non mi sarei aspettato  che a commento dei risultati elettorali il presidente Crocetta, la cui popolarità in Sicilia è pari allo zero, si avventurasse a scaricare le sue responsabilità sul presidente del Consiglio Matteo Renzi. Solo un cieco o un megalomane può ignorare che le ragioni della sconfitta del Pd in Sicilia stiano tutte dentro la fallimentare azione del governo della Regione -attacca Zambuto -. Per quanto mi riguarda, la mia azione di cambiamento ad Agrigento è stata sempre sostenuta dagli agrigentini, prima nel 2007 e poi nel 2012, con un consenso superiore al 74%. La mia correttezza amministrativa, ed il mio senso delle istituzioni che non mi ha mai fatto privilegiare la poltrona alle responsabilità, è stata sempre apprezzata da tutti e riconosciuta financo da una sentenza della Corte D’Appello di Palermo che Rosario Crocetta farebbe bene a leggere. Sappia il presidente della Regione che gli unici padroni del sindaco di Siracusa sono i Siracusani. Così come di ogni altro sindaco lo sono i suoi concittadini”.

Anche se non lo ammette esplicitamente, Crocetta avverte ormai l’accerchiamento degli avversari e tenta di difendersi attaccando. “Il ministro Alfano ci attacca, il sottosegretario Castiglione ci attacca, Simona Vicari non è certo tenera, Faraone entra a gamba tesa sul mio governo come per le vicende Ismett e formazione professionale; ci portiamo dietro ancora i contraccolpi degli attacchi del ministro Lorenzin sulla vicenda della morte della piccola Nicole. Basta. Non posso più tollerare questo film” è sbottato il governatore questa mattina dopo la lettura dei lanci delle agenzie. “Io da presidente della Regione collaboro e dialogo con tutti i sindaci a prescindere dalla loro collocazione politica, per il bene dell’isola. Da Roma, invece – si sfoga Crocetta – riceviamo continui attacchi proprio da chi dovrebbe sostenerci perché è chiaro a tutti che la Sicilia non ce la può fare da sola, il resto è chiacchiera e demagogia”.

La guerra continua, senza esclusione di colpi, non è azzardato prevedere a breve contraccolpi sul governo da parte della maggioranza o modifiche alla giunta, tutto mentre in Sicilia la crisi morde più che altrove.