Il boss Cosimo Vernengo condannato per una estorsione a deputato Udc

0
483
Cosimo Vernengo

Nove anni di reclusione per il boss di Santa Maria di Gesù Cosimo Vernengo e cinque anni per Paola Durante, che gestiva il bar di una sala bingo del quartiere di Villagrazia, a Palermo. I due sono stati condannati per una estorsione ai danni del deputato Udc Giuseppe Gennuso.

Gennuso e il figlio Riccardo avevano acquistato la titolarità del locale gestito dal Vernengo. Secondo quanto scrivono il Giornale di Sicilia e la Gazzetta del Sud l’inchiesta parte dall’acquisto di un bar che sarebbe stato poi al centro di un ricatto da 50 mila euro a cui furono costretti a sottostare i Gennuso, dopo avere rilevato la struttura.

A denunciare l’estorsione da parte di Vernengo era stato Giuseppe Gennuso, dopo che un inviato delle “Iene” aveva svolto degli accertamenti sulle pressioni che Vernengo (processato per la strage di via D’ Amelio e poi assolto dalle accuse del falso pentito Scarantino), titolare di fatto del bar della struttura, aveva esercitato sui titolari.

Per legge, infatti, il bar non può avere una licenza a parte e una gestione separata da quella del titolare del bingo: e invece Vernengo, con la Durante che gli avrebbe fatto da prestanome e da sponda, avrebbe preteso somme di denaro per “uscire” da lì.

Nei giorni scorsi Gennuso, che col figlio Riccardo aveva deposto in aula e sostenuto anche un confronto con un altro teste, aveva subito un attentato dinamitardo, senza conseguenze per le persone, in una sua villa di Noto. Episodio da lui messo in relazione con le deposizioni rese al processo di Palermo.

Gennuso, che nel processo non si è costituito parte civile, è indagato a Palermo per estorsione nei confronti dei dipendenti, e a Catania per voto di scambio politico-mafioso. Per quest’ultima inchiesta la misura cautelare emessa nei suoi confronti fu però annullata dal Tribunale del riesame per mancanza di gravi indizi di colpevolezza.