Indagine Centro Pio la Torre, giovani non hanno fiducia nella classe dirigente

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Nutrono forte sfiducia nella classe dirigente, credono in una maggiore contiguità tra politica e mafia, ma sono anche più consapevoli della necessità di un cambiamento e, nella stragrande maggioranza, preferiscono discutere di mafia a scuola, con i loro docenti.

La pandemia ha lasciato il segno sugli studenti che hanno partecipato al questionario sulla percezione del fenomeno mafioso che da 16 anni il Centro Studi Pio La Torre porta avanti con il suo Progetto educativo antimafia.

Domani, in occasione del 40esimo anniversario dell’uccisione politico-mafiosa di Pio La Torre e Rosario Di Salvo, i risultati dell’indagine saranno discussi in una conferenza che si terrà dalle 9.30 nel Cortile Maqueda del Palazzo Reale, sede dell’Ars della quale Pio fu deputato.L’ingresso sarà consentito soltanto alle autorità presenti, ai familiari delle vittime, allo staff del centro e agli studenti che saranno premiati per i loro elaborati del progetto antimafia, ma sarà possibile seguire in diretta e rivedere la conferenza sul sito www.piolatorre.it e sul Portale Ansa Legalità & Scuola.

Nel corso della manifestazione ci saranno gli interventi in remoto della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, del presidente della Camera, Roberto Fico, del ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi e dell’ambasciatore Maurizio Massari, rappresentante permanente dell’Italia all’Onu. In presenza ci saranno i saluti del presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè, del vicepresidente della regione, Gaetano Armao, del presidente della commissione antimafia, Claudio Fava, del prefetto Giuseppe Forlani, del questore, Leopoldo Laricchia, del sindaco, Leoluca Orlando, dei familiari delle vittime, Tiziana Di Salvo e Franco La Torre (nella foto). Con loro, anche i rappresentanti di sindacati, associazioni e, ovviamente, gli studenti di tre scuole del Nord, del Centro e del Sud che simbolicamente raccoglieranno il testimone generazionale dell’antimafia contro le nuove mafie e che saranno premiati per gli elaborati realizzati.

“Il progetto educativo antimafia, sostenuto dal ministero dell’Istruzione, ha coinvolto più di 600 scuole registrando picchi di partecipazione alle singole videoconferenze, riconosciute dal ministero come lezioni di educazione civica, che hanno superato i 140mila contatti unici”. Lo ha detto Vito Lo Monaco, presidente del centro Pio La Torre.

“Due anni di isolamento sociale e lezioni a distanza hanno generato un sentimento di sfiducia forte, ma anche una percezione maggiore da parte degli studenti della capacità camaleontica delle mafie, pronte a sfruttare i varchi aperti dalla crisi pandemica così come dall’aggressione della Russia contro l’Ucraina”.

Cresce anche il numero delle interviste, passate da 1.244 a 1.530, un campione non esaustivo, ma certo indicativo di una realtà studentesca che nel 99% dei casi ha tra i 14 e i 19 anni e che va ascoltata. In aumento anche la partecipazione delle scuole delle case di reclusione, passate, in un anno, da 9 a 17, sebbene il diffondersi dei contagi da Covid19 abbia messo a dura prova la partecipazione dei detenuti, rendendola più saltuaria per le norme anti-assembramento. Per questo, è stato ritenuto particolarmente significativo il messaggio ‘Ci vuole cultura, ci vuole coraggio, non ci adeguiamo, questo è il nostro viaggio’ contenuto in un video realizzato dagli studenti dell’istituto penale minorile Bicocca di Catania, che ha ricevuto una menzione speciale.