Restano in carcere il radicale Antonello Nicosia, ex assistente parlamentare della deputata molisana Giusy Occhionero, e il boss di Sciacca Accursio Dimino, fermati lunedì con l’accusa di associazione mafiosa.
Il gip ha convalidato i fermi emessi dalla Dda di Palermo e accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata dai pm. Stessa decisione per Luigi e Paolo Ciaccio e Massimo Mandracchi, accusati di favoreggiamento.
L’indagine, denominata operazione “Passepartout”, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai pm Francesca Dessì e Gery Ferrara, ruota attorno a Nicosia, per anni impegnato nelle battaglie per i diritti dei detenuti e collaboratore parlamentare della deputata di Italia Viva, Giusy Occhionero.
Oltre a progettare omicidi ed estorsioni insieme al boss di Sciacca Dimino, tornato al vertice del clan dopo la scarcerazione, Nicosia entrava nelle carceri di massima sicurezza con la Occhionero e, utilizzando il suo ruolo di collaboratore della deputata, incontrava boss detenuti, portava all’esterno informazioni riservate e sollecitava interventi della donna nell’interesse di capomafia del calibro di Filippo Guttadauro, cognato del latitante Matteo Messina Denaro.