Beni per un valore di circa 8 milioni di euro sono stati sequestrati dal Nucleo investigativo dei Carabinieri di Palermo a Francesco Raspanti, 46 anni, finito in carcere nell’ambito dell’operazione antimafia “Reset”, attualmente agli arresti domiciliari.
Il provvedimento è stato emesso dalla Sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo che ha accolto la richiesta della Dda. “La complessa attività investigativa, svolta attraverso minuziosi accertamenti patrimoniali sui beni sospettati di essere nella effettiva disponibilità del predetto ha consentito di individuare un ingente patrimonio illecitamente accumulato in diversi anni di malaffare”, spiegano i Carabinieri. Il provvedimento di sequestro ha interessato anche una cospicua quota di partecipazione ad una società calcistica locale.
Raspanti è considerato esponente di spicco della cosca di Bagheria, “specializzata” nell’imposizione del pizzo alle attività commerciali. Nel corso dell’operazione antimafia Francesco Raspanti era stato arrestato con l’accusa di estorsione aggravata. Secondo l’inchiesta, coordinata dall’aggiunto Dino Petralia sarebbe emerso che insieme al fratello, Raspanti imponeva alle aziende aggiudicatarie degli appalti pubblici a Palermo (lavori del passante ferroviario) e Bagheria (lavori per la realizzazione di una Chiesa e di un parcheggio pubblico), di rifornirsi di materiale edile nelle loro aziende.