“Mariella Capomolla: l’elogio della figura” dal 25 marzo al 4 aprile nella Galleria Effetto Arte

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“Mariella Capomolla: l’elogio della figura” è la mostra, a cura di Rino Lucia, che sarà inaugurata sabato 25 marzo, alle 17.30 (fino al 4 aprile), nella Galleria Effetto Arte di Palermo. L’esposizione è ideata da Sandro Serradifalco, promossa da Effetto Arte e EA Editore Palermo, con opere dell’artista provenienti da collezioni private italiane ed estere. Saranno presenti: l’artista Mariella Capomolla, l’editore Sandro Serradifalco, il direttore artistico della galleria Pietro Serradifalco, il consulente artistico Rino Lucia, il critico d’arte Caterina Randazzo.

 La mostra propone al pubblico un’appassionante lettura del lavoro di questa pittrice. Artista dalla spiccata predisposizione naturale verso le arti figurative, Mariella Capomolla, si è formata presso l’Accademia di Belle Arti “Fidia” (VV) con la professoressa Doris Luger. Predilige la lavorazione ad acrilico o olio su tela, sulla base di tratti veloci e morbidi, e dimostra di possedere le proprietà di linguaggio fondamentali nell’uso di luci ed ombre e di una sapiente dimensione prospettica. La Capomolla ha in brevissimo tempo maturato l’abilità di sviluppare numerosi e disparati soggetti, spaziando dalla natura morta al ritratto, al paesaggio, fino a temi più fantasiosi e surreali. Le tematiche predilette si rifanno alla memoria dei volti e dei luoghi, da cui emerge uno speciale attaccamento agli angoli suggestivi della propria terra. Emergono maestosi dalle sue tele, scorci incantevoli e visioni realistiche ancorate ad un contesto arcano, in cui il tempo sembra fermarsi. Attraverso i quadri dell’artista emerge una particolare attenzione verso lo studio della figura umana, rappresentata attraverso una pittura concreta e nostalgica.

C’è un fattore che più di altri mi sembra degno di nota nella pittura di Mariella Capomolla, improntata su una semplicità, di tecnica e di rappresentazione – dice Vittorio Sgarbi su Mariella Capomolla – che non è incapacità di concepire registri comunicativi più articolati, ma, piuttosto, modulo espressivo che da una parte intende servirsi di un linguaggio di immediato riconoscimento, tale da non dovere accertare la conoscenza di alcun presupposto culturale in quanti guardano le sue opere,  dall’altra vuole preservare al massimo la schiettezza dell’emozione originaria da cui prende fondamento l’impulso creativo. Alludo al ruolo che in molte opere della Capomolla viene svolto da una narrazione che potremmo dire silente, in quanto allusa per accenni, invece che dichiarata esplicitamente. Pensiamo, per esempio, a opere come Le tre valigie o anche Il telefono rosso, che pure ha dei seguiti o degli antecedenti, a seconda di come li si interpreta, nella produzione dell’artista calabrese: sono quegli oggetti, mai in primo piano, i veri protagonisti della scena, a scapito delle persone che pretenderebbero di catalizzare maggiore attenzione  e non per quello che sono o fanno, ma per la storia che potrebbero raccontare, e non raccontano, costringendoci a supplire con la nostra immaginazione alla loro reticenza”, conclude Sgarbi.

L’artista Mariella Capomolla ritrae la forza e la solitudine, l’abbandono e la speranza, donne sensuali e bellissime che quotidianamente affrontano la vita con inusitato coraggio – osserva il critico Paolo Levi -. Opera nell’ambito del figurativo ma senza scadere nel classicismo. La pittrice esalta la grazia di questi soggetti cogliendoli in pose eleganti e voluttuose, soffermandosi con meticolosa attenzione sui dettagli delle fisionomie, sugli sguardi profondi. La femminilità – prosegue Levi – è quindi indagata e declinata in una ricerca meditata d’indiscutibile valenza estetica e di forte impatto emotivo. L’artista dipinge su tela ponendo particolare attenzione alle sfumature e ai chiaroscuri, che animano le superfici in una serie di delicati contrappunti in cui si definiscono le campiture dell’impianto compositivo. Attinge al suo essere donna per dare voce a un’ispirazione motivata da un impulso profondo, traducendo con grazia e attenzione un vissuto denso di esperienze emotive, che solo una trascrizione in pittura può rendere percepibili a chi guarda”, conclude Paolo Levi.

“Un processo creativo che nasce da un forte desiderio di studio e sperimentazione di un linguaggio pittorico che potesse si, parlare di realismo, ma che all’occorrenza potesse anche parlare di qualcosa di surreale. Le luci e le ombre, l’impostazione prospettica e la struttura cromatica – dice il curatore Rino Lucia – fanno si che ogni opera della Capomolla possa essere statica e dinamica allo stesso tempo, come se fossero video di pochi secondi che ci mostrano il fotogramma di un momento nella sua intensa bellezza. Numerosi sentimenti trasudano dalle sue tele, sentimenti profondi come la nostalgia, la riflessione, l’amore e la passione. Ma ciò che risulta essere ancora più chiaro è l’intento della pittrice di parlare dell’animo umano attraverso le immagini, mettendo a nudo molteplici aspetti psicologici che alle volte non ci è nemmeno possibile scorgere”, conclude Lucia.

La mostra sarà fruibile fino al 4 Aprile – Orari: martedì/sabato 16 – 19,30. Galleria Effetto Arte – Via L. Ariosto,19 – 1° Piano. Ingresso: gratuito.