Mazzette per appalti di Rfi: arrestato il presidente Lo Bosco. VIDEO

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(di federica di gloria) Mazzette per “oliare” un appalto milionario, tangenti da migliaia di euro intascate perché quel progetto da 26 milioni per la costruzione delle torrette antincendio, bandito dal Corpo Forestale, non trovasse ostacoli sul suo cammino. E la commessa finisse nelle mani giuste. Sono queste le accuse per Dario Lo Bosco, presidente di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana) finito agli arresti domiciliari insieme a due funzionari del Corpo Forestale della Regione, Salvatore Marranca e Giuseppe Quattrocchi: le ipotesi di reato, per tutti, sono di concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità.

Le indagini della Squadra Mobile di Palermo che inchiodano Lo Bosco (nel suo curriculum anche la presidenza dell’Ast, l’Azienda Siciliana Trasporti, e un incarico da commissario straordinario della Camera di Commercio di Catania) hanno fatto luce su un giro di tangenti che potrebbe sollevare il velo su un più ampio sistema di corruzione in Sicilia: al centro dell’inchiesta, in particolare, l’appalto da 26 milioni di euro bandito dal Corpo Forestale della Regione e vinto nel 2012 dall’imprenditore agrigentino Massimo Campione, titolare di un’azienda di costruzione e di istallazione di impianti, la Sistet Tecnology srl e fratello di Marco Campione, presidente della Girgenti Acque: i lavori che si era aggiudicato l’imprenditore, tuttora in corso, riguardano l’ammodernamento del sistema di radiocomunicazione del Corpo Forestale e la realizzazione delle nuove torrette antincendio in mezza Sicilia, con impianti all’avanguardia nel monitoraggio dei roghi boschivi.

Un appalto che però, secondo la Procura di Palermo, sarebbe frutto di una particolare ”intimita'” tra l´imprenditore agrigentino e i due funzionari della forestale, Quattrocchi e Marranca, rispettivamente presidente della commissione di gara dei lavori in questione e successivamente Dec (direttore dell´esecuzione del contratto) e Rup, responsabile unico del procedimento della stessa gara. I due funzionari avrebbero avuto un ruolo determinante, sostengono gli investigatori, perché sarebbero stati proprio loro a garantire all’imprenditore un iter “privo di intoppi”, ossia senza particolari vagli, e a sbloccare eventuali situazioni di stallo. In cambio di una “ricompensa” da 149.500 euro – nel caso di Quattrocchi, e di 90mila nel caso di Marranca, ma anche regali di vario genere tra cui climatizzatori di valore.

Sono stati proprio gli accertamenti su Campione e sull’appalto per le torrette antincendio a portare gli investigatori della Squadra Mobile sulle tracce di un altro episodio, al centro dell’operazione di oggi: si tratterebbe di un rivoluzionario progetto al quale Rfi era interessata, ossia la realizzazione di un sensore meccanico-elettronico da installare sui mezzi ferroviari italiani. Un sistema all’avanguardia, dunque, per il monitoraggio del traffico ferroviario. Un progetto che a quanto sembra stava a cuore allo stesso presidente di Rete Ferroviaria Italiana Lo Bosco, che si sarebbe dichiarato interessato all´acquisto del sensore. In cambio, scrivono gli investigatori, avrebbe indotto l’imprenditore agrigentino “a versare una tangente, in piu’ tranche, pari a 58.650 euro”. 

Perché l’impresa andasse in porto sarebbero state versate altre tangenti, come rivelato anche da numerose intercettazioni: lo stesso Campione, fermato dagli agenti della Squadra Mobile, è stato trovato in possesso di un vero e proprio libro mastro delle mazzette. Un elenco dettagliato, pieno di nomi e date e con le indicazioni dei vari esborsi o regalie effettuati nei confronti di soggetti pubblici. Una black list, insomma, tra i cui nominativi figurano anche quelli di Lo Bosco e dei due funzionari arrestati oggi. Di fronte alle contestazioni, l’imprenditore agrigentino ha finito per ammettere tutto e rivelare agli investigatori il meccanismo delle tangenti.

Nel registro degli indagati sono finiti, tra gli altri, anche Pietro Tolomeo, ex dirigente generale della forestale, Giovanni Tesoriere, preside di ingegneria alla Kore di Enna, Libero Cannarozzi, ingegnere alla forestale, e Maria Grazia Buttice’, compagna dall’imprenditore agrigentino Massimo Campione: sarebbe stata lei a distribuire le mazzette. L’inchiesta promette adesso sviluppi: diverse perquisizioni sono state effettuate oggi tra uffici e abitazioni degli indagati e nelle sedi di Rfi a Roma e dell’Ast e del Corpo Forestale a Palermo e sono in corso accertamenti della Procura anche su numerosi altri appalti pubblici.