Ordinanza migranti Musumeci, post offensivo su Facebook del vicedirettore Caritas Palermo

A sollevare il caso sono Igor Gelarda, capogruppo della Lega a Palazzo delle Aquile, ed Elisabetta Luparello, responsabile provinciale della Lega giovani di Palermo che con una lettera al vescovo Lorefice chiedono subito le dimissioni di Gregorio Porcaro

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“L’ordinanza di Musumeci – precisano le fonti del ministero guidato da Luciano Lamorgese – non ha alcun valore, tradotto in siciliano: Musumeci, va fatti i raggi e scoss’in testa!”. Lo scrive in un post pubblicato tre giorni fa sul suo profilo Facebook Gregorio Porcaro, vice direttore della Caritas diocesana di Palermo, oggi laico e impegnato da anni nel sociale anche con ‘Libera’ e con un passato da parroco della chiesa del quartiere Acquasanta.

A sollevare il caso sono Igor Gelarda, capogruppo della Lega a Palazzo delle Aquile, ed Elisabetta Luparello, responsabile provinciale della Lega giovani di Palermo che con una lettera al vescovo Lorefice chiedono subito le dimissioni del dirigente diocesano per le pesanti offese contro Musumeci.

“È incredibile – dicono Gelarda e Luparello – che il vicedirettore della Caritas diocesana di Palermo si sia rivolto con queste parole inaccettabili, da parte di un rappresentante istituzionale della chiesa cattolica locale, al presidente della Regione, a proposito dell’ordinanza di sgombero dei migranti in Sicilia. Abbiamo già registrato parole fin troppo dure del vescovo Lorefice nei confronti di Musumeci, ma arrivare a tali espressioni ci sembra esagerato – aggiungono Gelarda e Luparello -. Scorrendo il profilo Facebook di Porcaro si leggono altri post, che non crediamo si addicano a chi dovrebbe occuparsi di gente bisognosa. Dalla sua foto con la scritta “bella ciao”, in occasione del 25 aprile, ad altri post molto pesanti contro il presidente Musumeci e contro Salvini”.

Secondo i due leghisti “è fin troppo evidente che il vice direttore della Caritas Porcaro sia schierato con la sinistra e ogni sua affermazione appaia caratterizzata da pregiudizio ideologico. La domanda che poniamo è se le gerarchie della chiesa cattolica di Palermo si sentano rappresentate da figure di questo genere così come riteniamo che molti cattolici e uomini e donne di chiesa non meritino e non tollerino questi atteggiamenti”, concludono Gelarda e Luparello.