Interdittiva antimafia della Prefettura di Palermo per la ditta che gestiva il mercato ortofrutticolo abusivo nel quartiere Zisa. Il provvedimento di stato emesso dal prefetto Antonella De Miro a carico della ditta “La Fenice ortofrutticola Srl” di Salvatore Lo Iacono, concessionario di attività di commercio all’ingrosso di frutta e verdura presso il mercato ortofrutticolo di Palermo.
“Infatti, nel quadro delle attività di vigilanza e controllo del territorio disposte per il contrasto all’attuale emergenza epidemiologica, ed in relazione alle direttive del Ministro dell’Interno che ha raccomandato ai prefetti di vigilare sulle possibili infiltrazioni mafiose nell’economia legale, il comando provinciale della Guardia di Finanza, ha effettuato un sopralluogo presso un capannone ubicato a Palermo nella via Libero Grassi n.12/A, accertando essersi concretizzata l’organizzazione di un mercato illegale all’ingrosso ed al dettaglio di ortofrutta, al di fuori del mercato ortofrutticolo della città”, spiega la Prefettura.
Il capannone, di circa 1.000 metri quadrati, al momento dell’accesso risultava ricolmo di bancali di frutta e verdura, e l’attività di vendita era stata aperta dalla società La Fenice, in assenza della comunicazione al comune di Palermo di avvio dell’attività.
“L’attività abusiva era stata avviata in data 26 marzo, durante il disposto periodo di chiusura del mercato ortofrutticolo in attesa della possibile riapertura, previa adozione da parte del comune di Palermo delle nuove regole di ingresso, per garantire il rispetto delle norme anti Covid – dice il prefetto Antonella De Miro – La vendita abusiva è pure proseguita dopo la riapertura della struttura, tornando a Fenice ad operare all’interno del mercato ortofrutticolo soltanto il giorno 9, cioè il giorno successivo all’accertamento effettuato dalla Guardia di Finanza”.
Il provvedimento è da mettere in relazione “all’individuato interesse di Salvatore d’Amico all’esercizio dell’attività: sul prospetto esterno del capannone è apposta una insegna commerciale riportante la scritta “Ortofrutticola di Salvatore D’Amico” e lo stesso Salvatore D’Amico risultava al momento dell’accesso all’interno del capannone di cui si definiva “custode”, dichiarando ai militari della Guardia di Finanza di averlo egli stesso ceduto con un comodato gratuito alla società La Fenice. “La complessiva attività informativa ha fatto emergere un quadro di elementi sistematici ed indiziari tali da far ritenere sussistente il pericolo di infiltrazioni mafiose tendenti a condizionare le scelte e gli indirizzi della società La Fenice- dice la prefettura- tenuto conto della personalità di Salvatore D’Amico, già condannato ad uno anno e otto mesi di reclusione per intestazione fittizia, arrestato nell’ambito dell’Operazione Atropos condotta dalla Polizia di Stato nel 2012 a carico della famiglia mafiosa della Noce ed in considerazione che lo stesso è stato destinatario di misura prevenzione patrimoniale della confisca di altra ditta di vendita di ortofrutta”.
D’Amico, con ordinanza emessa nel 2019 dal Tribunale di Sorveglianza di Palermo, risulta affidato in prova ai servizi sociali sino al 22 aprile prossimo, con la prescrizione di dedicarsi al lavoro dalle 6 alle 10 presso altra ditta operante anch’essa all’interno del mercato ortofrutticolo”.