Regione, l’assessore Armao: “Grazie ad accordi con Stato 1,5 mld spese in meno”

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“A fine legislatura il risparmio complessivo per la Sicilia, cominciato nel 2018 e frutto della riduzione del concorso della Regione alla finanza pubblica e agli altri accordi già firmati con Roma, sarà di 1 miliardo e 500 milioni di euro”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, presentando la relazione sull’Economia siciliana 2021-2022 dell’Ufficio statistica del Dipartimento regionale.

L’assessore Armao ha sottolineato che all’azione di riduzione della spesa intrapresa dalla Regione ora si affiancherà quella di aumento degli introiti, grazie al negoziato aperto con Roma su una serie di partite finanziarie e contabili.

“La commissione paritetica – ha annunciato – ha già votato il differimento, concordato con lo Stato (si aspetta il via libera del Cdm), della quota di disavanzo; già quest’anno si potranno differire 211 milioni di euro, che si vanno ad aggiungere ai 300 mlm di minore spesa per la riduzione del concorso alla finanza pubblica (200 mln) e per il riconoscimento degli svantaggi strutturali per la condizione di insularità (100 mln). Entro maggio di quest’anno si dovranno raggiungere le intese sui tavoli di negoziato per quanto riguarda l’Iva, gli F24, lo split payment, l’imposta di bollo e le accise; abbiamo già comunicato i nostri componenti ai tavoli, aspettiamo da Roma la comunicazione dei loro rappresentanti. Entro fine giugno, il termine è perentorio, si dovrà concludere anche sull’attuazione degli articoli 36, 37 e 38 dello Statuto con effetti sul 2023. La commissione paritetica ha già dato l’ok anche alla fiscalità di sviluppo: la Regione potrà giostrare sulle aliquote fiscali fino ad azzerarle per favorire nuovi investimenti, agendo anche su esenzioni, deduzioni e detrazioni. Inoltre, la Sicilia è l’unica tra le Regioni speciali italiane che deve entrare nella determinazione dei costi standard, perché ormai si sta tornando al federalismo fiscale, per definire i livelli essenziali delle prestazioni. Se i costi sono inferiori o uguali a quelli dello Stato e persino la Corte dei Conti dice che sono inferiori, la Sicilia avrà altri fondi”. Gaetano Armao ha sottolineato che il 15% di cofinanziamento dei fondi Ue finora a carico del bilancio della Regione sarà spostato sul fondo per lo sviluppo e la coesione, liberando dunque nuove risorse pubbliche.

In Sicilia Pil in aumento, la stima è 100 miliardi euro nel 2025

In Sicilia la ripresa economica fa segnare la crescita del Pil, per il 2021, del 5,2 per cento, inferiore rispetto alla media del Sud (5,5%) e del Paese (6,3%) anche se l’impatto del crollo registrato nel 2020 (-8,2%) è stato minore (-8,6% nel Mezzogiorno e -8,9% in Italia). Le stime prevedono un incremento del Pil anche nei prossimi anni: 5% nel 2022, 2,9% nel 2023 e 2% nel 2024, con un balzo in avanti in termini reali di circa 10 miliardi di euro, con la prospettiva di raggiungere quota 100 miliardi di euro nel 2025. Forte l’incremento degli investimenti nell’anno appena trascorso, pari a +13,9%, mentre il recupero dei consumi è stato modesto (3,9%) e limitato quello della spesa pubblica (0,5%). E’ quanto emerge dal rapporto “Economia siciliana 2021-2022”, elaborato dall’Ufficio statistica della Regione siciliana, presentato dall’assessore Armao.

In Sicilia crescita prorompente dell’economia

“In Sicilia è in atto una crescita prorompente”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, che definisce così la ripresa economica col Pil in aumento del 5,2% nel 2021 e con un ulteriore 5% nel 2022, indicata nella relazione dell’Ufficio statistica della Regione siciliana. “L’economia della Sicilia, appesantita dalla grave crisi economica determinata dalla pandemia, è caratterizzata da una minore flessione e una più lenta ripresa, rispetto alla media nazionale, anche a causa dell’irrisolto divario economico-territoriale e dagli effetti della condizione di insularità – ha detto l’assessore – Ha reagito già nel 2021 recuperando oltre il 60% del Pil perduto, risultato di consistenti investimenti, nuovi strumenti finanziari per le imprese, pieno impiego delle risorse europee e continuerà a crescere nel 2022 grazie alla consistente mole di investimenti extra-regionali, a partire dal Pnrr e dalla nuova programmazione europea, e ai positivi effetti degli accordi di finanza pubblica del 2018 e del 2021”. Per Gaetano Armao “i nuovi investimenti e le risorse acquisite debbono costituire una nuova opportunità di crescita, lavoro, impresa, innovazione per i siciliani in un clima di ritrovata credibilità finanziaria ed economica”. “Occorre pretendere e mobilitare tutte le risorse finanziarie necessarie alla ripresa ed alla perequazione infrastrutturale, a partire da quelle europee, con uno sforzo straordinario e corale – ha evidenziato Armao – ripensando il futuro della Sicilia unendo le migliori energie, la cultura, l’innovazione, la resilienza, credendo in un futuro che tragga forza da un passato straordinario, come la Sicilia ha dimostrato storicamente di saper fare, con i suoi valori, la sua rigenerata centralità mediterranea e culturale, ma anche con l’inappagata necessità di riscatto”.

In Sicilia persi 5 mila posti lavoro nel terzo trimestre 2021

Nonostante la ripresa economica in Sicilia, con l’aumento del Pil del 5,2%, la crescita degli investimenti del 13,9% e quella dei consumi seppur limitata (3,9%), l’occupazione continua a soffrire. La relazione sull’andamento dell’Economia siciliana, presentata stamani dall’assessore Gaetano Armao, indica la perdita di 5mila posti di lavori nell’Isola nel terzo trimestre del 2021, pari a -0,4%. Il tasso di occupazione, a quota 41,3%,mostra comunque un aumento tendenziale che si associa alla diminuzione del tasso di disoccupazione, passato da 19,3 al 18 per cento nel corso di un anno e ad un aumento del tasso di inattività (da 48,9 a 49,5 per cento).

Chiude l’Ente siciliano per la promozione industriale

“Chiude l’Espi, lo possono annunciare. La liquidazione dell’Ente siciliano per la promozione industriale cominciò nel 1999 e da allora e fino al 2018 è rimasto in carica il commissario liquidatore (Rosalba Alessi). Quella stagione è chiusa”. Lo ha detto l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao. L’Espi è stata il simbolo, per decenni, della lunga stagione della “Regione imprenditrice”, avviata negli anni Cinquanta con la costituzione, per legge, di un fondo speciale per l’acquisto di partecipazioni azionarie in società industriali. Al fondo subentrò agli inizi degli anni Sessanta, la Sofis Spa che attraverso acquisizioni di partecipazioni puntava allo sviluppo industriale della Sicilia. Dalla sua liquidazione nacque l’Espi, autorizzata dalla Regione a emettere prestiti obbligazionari garantiti. Dagli anni Sessanta agli anni Ottanta i conti degli Enti regionali (assieme a Espi operavano Ems e Azasi) sprofondarono nel “rosso”, con situazioni debitorie e contenziosi durati per decenni.