La Regione siciliana promossa dalla Procura generale della Corte di Conti. Si conclude con la richiesta di “regolarità del Rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2015”, la requisitoria del Procuratore generale d’appello Diana Calaciura Traina.
“Dal punto di vista contabile – dice il Procuratore generale – sulla base degli accertamenti istruttori compiuti dagli uffici di controllo della Corte di conti, si chiede per il conto del bilancio la pronuncia di regolarità, con esclusione dei pagamenti i conto competenza per un importo pari a 434.496,46 della rubrica dell’Assessorato regionale delle attività produttive; per il conto generale del patrimonio, la pronuncia di regolarità, con esclusione del conto generale ‘attività non finanziarie”, sottoconto ‘beni immobili’ per 402.373.589 euro, sottoconto oggetti d’arte per 323.051.325 euro”. Ecco perché chiede, in conclusione, la dichiarazione di “regolarità, nei limiti precisati, del Rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2015”.
Aumentano del 24,12 per cento le entrate accertate della Regione siciliana, passate da 17, 2 miliardi del 2014 ai 21,9 miliardi di euro. In particolare, si è registrato l’aumento delle entrate correnti accertate, pari all’11,6 per cento, passate da 15,4 miliardi a 17,2 miliardi, ma anche un aumento delle entrate accertate in conto capitale, pari al 99,7 per cento, passate da 1,2 miliardi di euro a 2,5 miliardi di euro. Sono soltanto alcuni dei dati resi noti oggi, durante il giudizio di parificazione del Rendiconto generale della Regione siciliana, dal Procuratore generale d’appello, Diana Calaciura Traina. Il totale complessivo dei residui attivi al 31 dicembre 2014 era pari a 14,3 miliardi di euro, mentre alla fine del 2015 si è attestato a 4,1 miliardi di euro.
Dal giudizio di parificazione del Rendiconto della Regione siciliana della Corte dei conti emerge che nella Regione siciliana c’è un dirigente ogni nove dipendenti. Al 31 dicembre 2015 i dipendenti a tempo indeterminato della Regione siciliana, esclusi i dirigenti, erano 14.139, cioè con una riduzione di 810 dipendenti rispetto al 2014 in cui si attestavano a 14.949. I dirigenti a tempo indeterminato erano 1.561, mentre nel 2014 erano 1.737, con una diminuzione di 176 unità.
Al personale a tempi indeterminato va aggiunto il personale ‘esterno’ a tempo determinato della Regione, con 641 unità del 2015 a fronte dei 639 dell’anno precedente. Aumentano però i dirigenti a tempo determinato. Si contano 20 dirigenti con un aumento di sette persone rispetto al 2014. Sommando il personale a tempo indeterminato con quello a tempo determinato, il totale dei dipendenti regionale nel 2015 è stato di 16.341 persone mentre nel 2014 erano 17.325 con una riduzione di 984 persone.
Diminuisce nel 2015 il numero complessivo dei dipendenti della Regione siciliana. Sommando il personale a tempo indeterminato con quello a tempo determinato, infatti, sono complessivamente 16.341 le unità su cui può contare la macchina amministrativa della Regione a fronte delle 17.325 del 2014 con una contrazione di 984 unità. Se si considera, poi, il contingente (2.666) dei soggetti ai quali è stato esternalizzato un servizio (Servizi ausiliari Sicilia Sas, Emergenza Palermo) e il personale utilizzato ad altro titolo (Resais, Esa, Consorzi di bonifica) si arriva a 19.007 unità a fronte delle 19.928 del 2014. Il dato è stato reso noto durante la requisitoria del procuratore generale d’appello delle Sezioni riunite della Corte dei conti nel corso del giudizio di parificazione del rendiconto generale della Regione siciliana, Diana Calaciura Traina.
Entro il 2020 oltre quattromila dipendenti regionali siciliani andranno in pensione. Il dato emerge dal giudizio di parifica del Rendiconto generale della Corte di conti della Sicilia. Sono complessivamente 4.482 le domande di pensionamento presentate, scaglionati nel periodo 2015-2020. Ecco, di seguito, le richieste anno per anno: Nel 2015 sono arrivate 1.080 richieste di pensionamento, per il 2016 547, per il 2017 sono 533 le richieste pervente, per il 2018 sono 639, per il 2019 arrivano a 775 per concludere con il 2020 con 908 domande.
‘”Un quadro opaco'”. Così il procuratore generale d’Appello della Corte dei Conti, Diana Calaciura Traina, definisce il mondo delle società partecipate della Regione siciliana, che nel 2015 sono costate alle casse di Palazzo d’Orleans 190 milioni di euro, necessari a mantenere un numero di dipendenti superiore a 7mila unità. Il procuratore Calaciura Traina, sottolineando che i dati forniti dalla Ragioneria generale della Regione sono ‘”purtroppo incompleti e parziali”‘, ricorda come la ‘”gran parte dei costi'” si riferiscono alle Seus (con 3.235 unità) e alla Sas (con 1.947 unità).
“Constato ancora una volta – aggiunge – l’inadeguatezza dei controlli effettuati dalla regione nei confronti delle società partecipate, non essendo ammissibile che gli organi di amministrazione di società, di cui l’ente regione è l’unico socio o il socio di maggioranza, non rispondano adeguatamente alle richieste di informazioni della Ragioneria generale”. Da qui una raccomandazione. ‘La Regione – conclude – eserciti a pieno la governance e i relativi poteri di controllo'”. (AdnKronos)