Scorta revocata per Vincenzo Conticello, l’ex proprietario della focacceria “San Francesco” e lui organizza un party provocatorio. “Non sono più in pericolo e la mafia è stata sconfitta? Bene. Per festeggiare invito tutti il 27 dicembre alle 18 davanti all’antica focacceria San Francesco a Palermo” – scrive in una nota l’imprenditore ex titolare della storica c asa dello street food palermitano.
Vincenzo Conticello anni fa dopo aver ricevuto richieste di pizzo dalla mafia, ebbe il coraggio di denunciare tutto alle forze dell’ordine diventando testimone di giustizia. All’imprenditore è stata comunicata la revoca della scorta per “cessato pericolo”.
“Ho richiesto al comandante del Nucleo scorte di Roma se avesse un documento da notificarmi in modo da sapere chi ringraziare per questa grande vittoria sulla mafia e per la responsabile scelta – scrive Vincenzo Conticello -. Mi ha detto di non aver alcun documento da notificarmi. Solamente una comunicazione verbale. Il 4 agosto scorso sempre in modo verbale, mi era stata già revocata la scorta a Palermo. Da quel momento ho più volte scritto e telefonato al ministro Salvini e al vice ministro dell’Interno Gaetti, ai questori e ai prefetti per richiedere un incontro. Nessuna risposta. Eppure quando decisi di denunciare i mafiosi della cosca del quartiere Kalsa di Palermo, lo Stato (oltre a rispondere immediatamente alle mie chiamate) mi chiese di compilare e firmare decine di carte. Fino a mettere in pieno rischio di morte la vita dei miei familiari e mia il giorno in cui riconobbi alla sbarra 3 dei 5 mafiosi che intendevano uccidermi se non mi fossi piegato alle loro volontà. Gli arresti avvennero nel marzo 2006 Da allora con decreto notificato e firmato dal Sottosegretario Mantovano ebbi sempre la scorta (durante tutto il periodo di detenzione degli esponenti di cosa nostra coinvolti) e fui inserito nel programma di misure speciali per i testimoni di Giustizia”.
Adesso, spiega Conticello, che “3 su 5 dei mafiosi arrestati sono a piede libero qualcuno o alcune persone dello Stato (non si sa chi siano), hanno deciso di togliermi la tutela (già per altro ridotta a un quarto livello) dicendo che è cessato il pericolo per la mia vita e quella della mia famiglia. Ma se non ci sono più pericoli allora la mafia è stata sconfitta. Ho chiesto in giro ma nessuno sembra essersene accorto (46 arresti la scorsa settimana)” – conclude polemicamente.
La vicenda ha ovviamente fatto innalzare l’attenzione dei testimoni di Giustizia. “Faccio appello al ministro dell’interno Salvini e al sottosegretario Luigi Gaetti affinché rivedano la decisione della revoca della scorta al testimone di giustizia Vincenzo Conticello” – chiede Ignazio Cutrò, presidente dell’Associazione nazionale testimoni di Giustizia.
“La fine della mafia lungi dall’essere una realtà concreta resta un auspicio o tuttalpiù una speranza ma che, allo stato attuale, non c’è nulla di concreto, nessun segnale di cedimento strutturali tali da lasciar pensare che siamo liberi dalle mafie – dice Cutrò- Si dice che nel coraggio risiede la grandezza dell’uomo così come nelle scelte politiche alla base della revoca delle misure di protezione e delle scorte di onesti imprenditori come Vincenzo Conticello risiedono tutte le ragioni per cui le mafie da duecento anni ha tenuto e tuttora tiene sotto scacco intere generazioni di italiani onesti”.
Pensavamo, conclude Cutrò, di trovarci di fronte al governo del cambiamento mentre in realtà abbiamo a che fare con un governo che ha cambiato idea sui testimoni di giustizia”. E conclude: “Noi possiamo fare la differenza: incontriamoci il giorno 27 dicembre alla focacceria San Francesco per ridere di mafia e per non morir dal ridere quando lo Stato, prendendoci per il naso, ci racconta la favola, surreale, di una mafia definitivamente sconfitta. La revoca della scorta a Vincenzo Conticello non può che essere letta dai mafiosi ma anche dagli onesti cittadini come una resa dello Stato”.