Sequestro di beni per Nicolò Pecoraro, ritenuto affiliato alla cosca mafiosa del quartiere Noce di Palermo. Il provvedimento, eseguito dalla polizia di Stato e disposto dalla Sezione Misure di prevenzione, su proposta del procuratore e del questore di Palermo, ha interessato un’impresa individuale attiva nella produzione e rivendita di prodotti da forno, con sede in via Ruggerone da Palermo, nel cuore del quartiere Noce – storica enclave di Cosa nostra – nonché due immobili in largo Di Vittorio, allo Sperone.
Il sequestro è stato operato dai poliziotti dell’Ufficio misure di prevenzione patrimoniali della Divisione anticrimine della questura. Lo spessore di Pecoraro è emerso in particolare nell’operazione antimafia “Settimo Quartiere” della Squadra mobile che ha consentito di ricostruire il nuovo organigramma delle famiglie mafiose della Noce.
Pecoraro era accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso e di fittizia intestazione di beni. Prima ha ricoperto un ruolo meramente esecutivo all’interno del clan, a esempio in occasione dell’organizzazione della festa rionale; successivamente i membri più influenti lo hanno indicato come “segretario particolare” del capofamiglia, Giovanni Musso, per conto del quale ha aperto un panificio in fondo La Manna, intestandosene fittiziamente la titolarità, e divenuta nuova base operativa della cosca, prima localizzata in una sala scommesse nella vicina via Branci: Musso utilizzava la nuova sede per impartire ordini e risolvere questioni.