Sicilia a secco, a Palermo acqua razionata dal 3 gennaio

0
87
A Palermo acqua razionata

Torna l’allarme siccità in Sicilia, dal 3 gennaio a Palermo acqua razionata. Il rovescio della medaglia del bel tempo invernale nell’Isola è che i bacini sono quasi vuoti e le riserve idriche scarseggiano, così alcuni Comuni saranno costretti ad avviare la turnazione per l’erogazione dell’acqua.

Una situazione “di criticità” spiegano dall’assessorato regionale all’Energia che ieri ha tenuto una riunione sul tema con i gestori dei servizi idrici integrati. Le province in cui la riduzione delle riserve d’acqua è consistente sono quella di Palermo, Agrigento, Enna e Caltanissetta. Le risorse disponibili negli invasi sono insufficienti.

Nel Capoluogo l’emergenza scatterà dal 3 gennaio. I quattro invasi Poma, Scanzano, Rosamarina e Piana degli Albanesi hanno attualmente una disponibilità di meno di 73 milioni di metri cubi d’acqua a fronte di una capacità massima superiore a 200 milioni. Così, “al fine di non dover assumere provvedimenti più drastici in futuro e garantire una omogenea distribuzione idrica nel tempo, è stata programmata una riduzione del prelievo d’acqua da tutti gli invasi con una conseguente riduzione dell’acqua che sarà immessa nelle reti”.

Con il nuovo anno, l’Amap – azienda che gestisce il servizio idrico nel capoluogo siciliano – darà il via a una turnazione che riguarderà a giorni alterni un’ampia parte della città. Le zone interessate saranno Cruillas Badia-Santuario, Giusino, Castelforte, S. Lorenzo-Petrazzi, Lanza Di Scalea, piazza Leoni, Strasburgo-Nebrodi, Strasburgo-Europa, Strasburgo-Sud, Strasburgo-Ausonia, Boccadifalco Alto, Pitrè-Aeroporto, Ambleri, Bonagia-Villagrazia 900, Bonagia-Belmonte Chiavelli Basso e Bonagia-Santa Maria Di Gesù.

Le turnazioni, spiegano dall’azienda, avranno “un carattere sperimentale e saranno soggette a modifiche in caso di ripresa delle precipitazioni”. Per il sindaco Leoluca Orlando e la presidente dell’Amap Maria Prestigiacomo “si tratta di una situazione eccezionale dovuta alla concomitanza di tre fattori tutti indipendenti dall’azione dell’Amap e del Comune: la siccità, la riduzione della capacità della diga Rosamarina decisa dal Servizio nazionale dighe per motivi di sicurezza e l’impossibilità di utilizzo dell’invaso di Scillato per i noti problemi causati alle condutture da alcune frane”.

Proprio sull’utilizzo dell’invaso di Scillato, l’Amap, dopo che la Regione ha fornito nelle scorse settimane le attese indicazioni, ha avviato le procedure per avviare con proprie risorse la riparazione delle condotte il cui costo è stimato oltre i 5 milioni di euro.

“Vista la gravità della situazione e l’urgenza di intervenire – afferma Prestigiacomo – i nostri uffici stanno lavorando nei tempi minimi per la predisposizione del progetto e stiamo valutando la possibilità di richiedere un intervento della Protezione civile”.

La crisi idrica peggiora anche ad Agrigento. Girgenti Acque non potrà più utilizzare l’acqua proveniente dal lago Leone, fondamentale risorsa idrica con la quale si sopperiva alle varie carenze nella provincia. “Le riduzioni di portata comporteranno inevitabilmente ulteriori criticità nella distribuzione idrica in tutti i Comuni” fa sapere Girgenti Acque che ha predisposto “un piano di redistribuzione e riequilibrio delle risorse idriche disponibili per ripartire equamente tra tutti i comuni gestiti la riduzione con l’inevitabile allungamento dei turni di erogazione”.

L’appello è “al senso di responsabilità di tutti gli utenti al fine di ridurre i consumi e di evitare ogni inutile spreco della sempre più preziosa risorsa idrica”.