“Memoria, giovani, teatro e giornalismo per condividere tutti assieme dei valori e come dice il Washington post ‘La democrazia muore nell’oscurità’ e noi abbiamo il dovere di fare in modo che i valori non restino nell’oscurità. Questa è la funzione del giornalismo, andare avanti con la schiena dritta”.
Lo ha detto il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Verna aprendo la giornata dedicata a Mauro Rostagno a 30 anni dall’omicidio del sociologo e giornalista, ucciso dalla mafia la sera del 26 settembre 1988 nei pressi di Valderice, mentre stava rientrando nella comunità Saman di Lenzi, di cui era uno degli animatori.
L’Ordine dei Giornalisti di Sicilia e l’Unione nazionale cronisti della Federazione nazionale della stampa hanno voluto ricordare Rostagno con uno spettacolo teatrale ed un convegno, al teatro Biondo di Palermo, che ha coinvolto anche diverse scuole.
Tra gli interventi, quello della preside del liceo scientifico “Galileo Galilei” di Palermo Rosa Maria Rizzo e della regista Adriana Castellucci, che ha diretto l’opera teatrale “Mauro Rostagno, un uomo vestito di bianco”, una elaborazione drammaturgica, messa in scena nel corso della mattinata, con la partecipazione dei ragazzi del liceo “Galilei”.
Al convegno, patrocinato dal Comune di Palermo Capitale italiana della Cultura, “Mauro Rostagno 30 anni dopo. Un uomo, una storia, un giornalista rivoluzionario ucciso sulle strade della legalità”, tra i relatori, il presidente regionale dell’Ordine dei Giornalisti Giulio Francese, il segretario dell’Assostampa Siciliana Roberto Ginex, il presidente nazionale dell’Unione cronisti Alessandro Galimberti, il giornalista Salvo Palazzolo.
“Trent’anni dopo la sua morte, aspettando piena verità e giustizia – ha detto Francese – ricordiamo il giornalista rivoluzionario che è stato, il suo coraggio e la sua passione civile e lo facciamo anche con uno spettacolo in cui è lui a raccontarsi e a farci capire. Un Mauro Rostagno sorridente, coerente con i suoi ideali, una bella figura che vogliamo fare conoscere ai giovani, la ragione per cui abbiamo coinvolto le scuole”.
Per il presidente nazionale dell’Unci, Alessandro Galimberti, “Mauro Rostagno è stato la testimonianza di come la passione civile non possa dirsi tale senza l’impegno civile. Scese nel profondo del Paese per affermare i valori di civiltà e giustizia in cui credeva, incurante dei pericoli e delle minacce che gli presero la vita”.
L’evento è stato inserito nella formazione professionale dei giornalisti. Presenti anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando e il presidente della commissione regionale antimafia Claudio Fava.
Anche Valderice e Trapani, con una serie di iniziative, ricordano il giornalista e sociologo Mauro Rostagno nel trentesimo anniversario dell’omicidio. Manifestazioni che hanno visto l’adesione, oltre che dei due Comuni promotori, anche delle amministrazioni comunali di Buseto Palizzolo, Erice, Favignana e Paceco. Una staffetta a cui aderiscono le associazioni Saman, Agora’, Anpi, Articolo 21, Casa Macondo, Cgil, Ciao Mauro, Comitato delle donne, Comitato di quartiere Sant’Alberto – Fontanelle, Croce rossa, Ipseoa Ignazio e Vincenzo Florio, Libera Trapani, Punto dritto, Rete degli studenti, Zak radio, Trapani per il futuro.
Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
“Mauro Rostagno è stato barbaramente ucciso dalla mafia trent’anni or sono, mentre tornava nella sede della comunità terapeutica che aveva contribuito a fondare a Lenzi, nella provincia di Trapani. In quella esperienza riversava il suo impegno, le sue convinzioni, la sua passione civile. In questo giorno di ricordo, desidero anzitutto partecipare al dolore dei suoi familiari, degli amici e di quanti hanno condiviso con lui un tratto della vita”. Così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in una dichiarazione, a trenta anni dall’omicidio del sociologo, giornalista e attivista politico. “E’ stato un tempo spesso difficile, in cui la strada verso la verità giudiziaria ha anche subito gravi deviazioni. La memoria di una vittima di mafia oltrepassa lo strazio per la vita umana vigliaccamente spezzata. Essa costituisce un monito per la società e per le stesse istituzioni della Repubblica. L’agguato criminale contro Mauro Rostagno venne concepito per far zittire la sua voce libera nel denunciare le trame mafiose e i loschi affari”.
“Il suo assassinio – ricorda il capo dello Stato – avvenne pochi giorni dopo quello del magistrato in pensione Alberto Giacomelli e addirittura poche ore dopo l’uccisione del giudice Antonino Saetta, nel pieno di una strategia terroristica decisa e attuata dai vertici dell’organizzazione criminale. Rostagno, in quella stagione, svolgeva con riconosciute qualità anche il lavoro di giornalista, suscitando apprezzamento e attenzione nei lettori. Il suo impegno giornalistico non fu estraneo all’origine della spietata reazione mafiosa, e oggi resta a noi come testimonianza e come esempio.