Passante ferroviario al capolinea: chiude il cantiere, licenziati 250 operai

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I lavori per il passante ferroviario di Palermo

Passante ferroviario di Palermo al capolinea: chiude il cantiere e gli operai vanno a casa. La notizia è di quelle tanto incredibili quanto pesantissime alla luce del fatto che restano 110 milioni di opere ancora da eseguire. Lo rendono noto i sindacati provinciali di Palermo di Feneal, Filca e Fillea, secondo cui saranno licenziati tutti i lavoratori.

“Lo ha comunicato oggi la Sis ai sindacati – si legge in una nota congiunta -. Duecentocinquanta operai erano stati mandati a casa a luglio: adesso perderanno il lavoro altri 250 lavoratori. Il passante ferroviario si prospetta come un’altra grande incompiuta per Palermo”. I segretari provinciali di Feneal, Filca e Fillea sono stati convocati stamattina dal direttore della Sis, l’ingegnere Massimiliano Colucci, che ha di fatto annunciato che il cantiere verrà chiuso in quanto l’azienda non è nelle condizioni di andare avanti, perché in “gravi condizioni economiche”.

Lanciano un grido di “forte allarme” i sindacati: “rischia di restare monca – dicono – un’opera pubblica da 700 milioni di euro, il passante, tre volte il valore del tram, che avrebbe dovuto modificare con i suoi 37 chilometri e le sue tre tratte il volto della mobilita’ urbana assieme al tram, aggiungendo i vantaggi della metropolitana leggera, in stretta correlazione con i lavori dell’anello ferroviario”.

Assieme a Feneal, Filca e Fillea, che si oppongono allo stop e all’allargamento della platea dei licenziati, protestano i segretari di Cgil, Cisl e Uil. “Abbiamo scritto al prefetto di Palermo per aprire con urgenza un tavolo di confronto con Ferrovie, con la Sis, con il Comune e con noi organizzazioni sindacali per affrontare la vertenza. Chiediamo di essere ascoltati al più presto”, dicono i segretari di Feneal, Filca e Fillea, rispettivamente Ignazio Baudo, Antonino Cirivello e Francesco Piastra, e i segretari generali Enzo Campo della Cgil, Daniela De Luca della Cisl e Claudio Barone della Uil.

“La Sis nei giorni scorsi alle segreterie provinciali aveva preannunciato di voler ampliare i licenziamenti già scattati nel luglio scorso, quando però si era trattato di esuberi reali, giustificati da uno stato di avanzamento dei lavori del 70 per cento – spiegano i sindacalisti -. Adesso a perdere il lavoro sono tutti gli operai del cantiere, 500 su 530. In pratica la totalità: rimarrebbero all’opera solo gli addetti alla sicurezza”.

“Secondo l’azienda la commessa è in forte perdita, da qui la possibilità che la Sis apra un contenzioso con la Rfi su aspetti tecnici e finanziari dell’opera non esplicitati al tavolo. Noi ci siamo opposti ad allargare i licenziamenti a tutti i lavoratori del cantiere in quanto non sussistono le motivazioni – aggiungono i sindacati degli edili e i confederali -. Dal nostro punto di vista e secondo il cronoprogramma che c’era stato consegnato dalla stessa Sis, l’opera si sarebbe dovuta concludere entro il giugno 2018 e quindi l’attuale forza lavoro è congrua alle attività da svolgere. Richiamiamo al senso di responsabilità sia l’azienda sia Rfi, perché l’opera si definisca. Palermo non può subire un ennesimo arresto di un’opera pubblica così importante dal punto d vista occupazionale e non puo’ sopportare i rischi legati a una nuova incompiuta, che insiste in modo cosi’ invasivo sulla città, anche per l’impatto che ha per la mobilità”.

“Il Passante ferroviario – ricordano i sindacati – parte da Brancaccio e arriva a Carini. E’ stato completato l’80 per cento dei lavori. A dicembre era prevista la consegna della galleria di via Belgio. La tratta tra Belgio a Isola è interrotta e ciò preclude ancora il transito dei treni da Palermo a Trapani. La galleria Imera bloccata è un altro tassello mancante. E poi c’è la tratta B, dal valore di 83 milioni su 110 milioni di opere complessive ancora da completare. Per realizzare la galleria della tratta B, alla stazione Notarbartolo, è stata acquistata una “talpa”, un macchinario da 10 milioni di euro, consegnato, collaudato ma ancora mai entrato in funzione”.

“Martedì prossimo, dalle 7 alle 9, si terrà al cantiere della Sis un’assemblea sindacale e saranno discusse le iniziative da prendere”, concludono i sindacalisti.

La decisione della Sis di interrompere i lavori di realizzazione del Passante ferroviario e di licenziare tutti i lavoratori impegnati nel cantiere, per il sindaco Leoluca Orlando è un fatto “estremamente grave per le ripercussioni che può avere sulla vita della città. Si tratta, infatti, di un cantiere importantissimo per la mobilità futura. Anche se, formalmente, la vicenda attiene esclusivamente al rapporto fra Rfi, ente appaltante, e Sis, impresa esecutrice dei lavori, l’attenzione del Comune è massima e per questo crediamo sia necessario un intervento ai massimi livelli, con un interessamento del Governo nazionale ed in particolare del ministro per le Infrastrutture, Graziano Delrio. Il passante ferroviario – conclude Orlando – costituisce, per Palermo, un’opera di importanza strategica e non più differibile”.

“Un cataclisma: è l’effetto che la chiusura dei lavori del Passante ferroviario ha per Palermo. Un colpo all’economia e all’occupazione locali, già messe a dura prova dalle vicende Almaviva, formazione e in genere dalla profonda crisi della piccola e media impresa e degli artigiani. Non so se questo è un fulmine a ciel sereno per i vertici di Rfi e per il governo nazionale, lo è per Palermo e i suoi mille problemi”. Lo dice il capogruppo dei Comitati Civici al Consiglio comunale di Palermo, Filippo Occhipinti.