Almaviva Contact: manifestazione dei lavoratori del call center in via Filippo Cordova, a Palermo, dove l’azienda incontra i sindacati sulle procedure di trasferimento di 154 addetti su 398 da Palermo a Rende, in Calabria, per la prossima conclusione a fine dicembre di una commessa Enel. E’ il primo vero passaggio del processo di mobilità del personale. Le organizzazioni sindacali, secondo cui i trasferimenti scatteranno il 24 ottobre, hanno proclamato una giornata di sciopero. Gli operatori di Almaviva Contact a Palermo, Roma e Napoli sono in solidarietà fino al 30 novembre.
Spaccato il fronte dei lavoratori. Molti contestano i sindacati, accusati di non aver vigilato sufficientemente sugli sviluppi dell’accordo nazionale che a maggio aveva congelato i circa tremila esuberi, 1.670 dei quali nel capoluogo siciliano. E hanno già preannunciato che diserteranno la protesta: “Non crediamo più agli scioperi organizzati a Palermo”, dicono con amarezza.
Copertina “black” su gruppo Facebook, “nostro futuro buio”. Nero come il futuro che pensano di avere e come la conclusione attesa dell’ennesima trattativa. Nera, senza alcuno spiraglio di luce e di colore, è l’immagine di copertina del gruppo Almaviva su Facebook. C’è sfiducia, cipa l’atmosfera. E oggi nel giorno dello sciopero – e dell’incontro con l’azienda – sono molti a non credere che sia possibile riaddrizzare il piano inclinato sui cui è stata ricollocata la vertenza. Del resto la dismissione della commessa Enel – ragione dei trasferimenti – potrebbe essere solo l’antipasto di un magro e cattivo menù.
Il documento interno dell’azienda ha indicato criticità anche in riferimento a Vodafone Napoli, Telecom e soprattutto Wind. “Mai più di questa immagine di copertina ci rappresenta”, scrive Alessandra. “Quando il sindacato riprenderà la funzione per cui è nato, saremo un paese migliore”, accusa Milena. Così, tra sfiducia, rassegnazione e rabbia, il fronte è spaccato e lo è anche alla protesta di oggi: numerosi hanno annunciato che lavoreranno regolarmente e che diserteranno il sit-in organizzato davanti alla sede di via Cordova.
I sindacati sono stati contestati aspramente nel corso delle assemblee di ieri: “Buffoni, buffoni”, molti hanno gridato all’indirizzo delle Rsu, accusate di essere cadute nella trappola dell’accordo di maggio. “Questi scioperi non servono a nulla. Ci meritiamo quello che ci viene presentato – è lo sfogo di una dipendente – perché quando sbagli la prima mossa hai perso tutte le altre partite! Il futuro, insomma, è segnato”.
“Il trasferimento collettivo dei 396 dipendenti di Almaviva Contact di Palermo impegnati nella commessa Enel rischia di essere un licenziamento mascherato, sconfessando l’accordo del 30 maggio per il mantenimento dei livelli occupazionali dell’azienda”. Lo afferma il deputato siciliano di Sinistra Italiana Erasmo Palazzotto che ha presentato un’interrogazione urgente al Mise sul trasferimento dei dipendenti del call center Almaviva di Palermo alla sede di Rende, in Calabria.
“Le condizioni di vita ed il trattamento economico dei dipendenti interessati dal provvedimento – prosegue il deputato di Sinistra Italiana – risultano difficilmente conciliabili con il trasferimento proposto. Inoltre rappresenta un’inaccettabile riduzione dell’impegno dell’azienda nella città di Palermo e una conferma di uno stato di crisi ben lontano dal superamento annunciato dal governo nei mesi scorsi. Appare ancora una volta evidente la scarsa incisività dell’azione del Mise e l’assenza delle istituzioni regionali. Torniamo a chiedere che con urgenza si riunisca il tavolo di crisi per ragionare di soluzioni concrete. Chiedere ai dipendenti del gruppo, come di fatto si sta facendo, di scegliere tra trasferimenti coatti e licenziamento e’ inaccettabile e insopportabile”, conclude Palazzotto.
Per Almaviva Contact l’accordo sottoscritto al ministero dello Sviluppo economico, a Roma, lo scorso 31 maggio, che ha scongiurato i 2.988 esuberi a Palermo, Roma e Napoli, è stato “disatteso dai sindacati”. “E’ incomprensibile il mancato rispetto da parte delle organizzazioni sindacali – si legge in un comunicato aziendale interno – di quanto da loro garantito come punto centrale dell’accordo, che riguarda la gestione della qualità e della produttività delle attività aziendali, e questo farebbe venir meno ogni ipotesi di prosecuzione del percorso comunemente definito al ministero dello Sviluppo economico”.
“Almaviva Contact – continua la nota – non può che evidenziare che, contrariamente alle basi dell’accordo del 31 maggio scorso, se da una parte si continua a rispettare quanto definito come impegno aziendale (anticipo contratti di solidarietà, integrazione cds, garanzia ‘bonus Renzi’, mantenimento logistica di Palermo e Napoli, non riallocazione delle commesse, etc), dall’altra si assiste ad un costante aggravio della situazione economica, finanziaria ed operativa, come conseguenza di un’ulteriore espansione del fenomeno della delocalizzazione extra UE (solo in Albania vi sono 25.000 addetti che lavorano per il mercato italiano con un raddoppio nel corso dell’ultimo anno); un perdurante ricorso a gare sotto il costo del lavoro (a partire dalla pubblica amministrazione); un ritardo nella restituzione di quanto anticipato ai lavoratori e la mancata risoluzione di gravi criticità presenti in alcuni servizi”.
“Convocato il tavolo di monitoraggio #ALMAVIVA il 20 ottobre ore 15, al @MinSviluppo #callcenter”. Lo comunica su Twitter il viceministro dello Sviluppo economico, Teresa Bellanova. (foto Italpress)