Gli ex grillini di Attiva Sicilia propongono una moneta parallela che affianchi l’euro da utilizzare nell’Isola, il Tarì. Un progetto per rilanciare l’economia regionale, creare sinergie fra le aziende, favorire reti di imprese, sostenere la nascita di nuove realtà e ancorare la ricchezza al territorio, favorendo le produzioni locali.
L’idea è contenuta nel ddl presentato all’Assemblea regionale siciliana che prevede la nascita di una “moneta parallela” che prende il nome dal denaro diffuso nel Mediterraneo nel Medio Evo e in Sicilia introdotto dagli Arabi. Si tratta di un sistema di scambio di debiti e crediti interno a un circuito di enti locali, aziende e associazioni del terzo settore, fondato sul principio che se qualcuno produce beni o servizi, con un potenziale mercato nel circuito, già di per sé ha un valore e quando un soggetto partecipante cede beni o servizi riceverà crediti che può spendere presso gli altri soggetti partecipanti al circuito.
“L’obiettivo di questo ddl – spiegano i deputati regionali di Attiva Sicilia – è rilanciare l’economia locale con uno strumento che ha già mostrato la sua efficacia in altri contesti regionali europei. Un’iniziativa che va incontro a imprese e cittadini, creando una circolazione monetaria più veloce e allo stesso tempo permettendo di risparmiare sugli acquisti”.
Lo strumento di credito e pagamento paralleli e complementari è già presente in diversi contesti europei: dalla Germania alla Svizzera, e in Italia si ha già l’esempio del Sardex. “La ‘moneta parallela’ non è assolutamente da interpretare come una moneta virtuale e con una direttiva l’Unione Europea ha riconosciuto e normato i sistemi di pagamento alternativi all’euro, dando loro piena legittimità. A livello normativo è possibile inquadrare il Tarì alla stregua della permuta” – concludono.