Il centrodestra in Sicilia prova a ripartire cercando l’unità perduta da anni. La prima tappa di questo difficile percorso ieri mattina, a Palazzo dei Normanni. Riserbo sui contenuti del summit, ma il tema non è difficile da immaginare.
Ufficialmente l’argomento principale del vertice è stato il contestato accordo Crocetta-Renzi sul trasferimento dei fondi statali alla Regione Sicilia. I capigruppo all’Ars hanno concordato una forte azione congiunta in parlamento. La tesi sposata da Forza Italia e Cantiere Popolare è che il presidente dell’Assemblea Giovanni Ardizzone debba convocare rapidamente una seduta per discutere sullo stato di salute dell’autonomia regionale.
Agli osservatori più attenti però non poteva sfuggire il fatto che al vertice di ieri, oltre all’ala che fa riferimento a Nello Musumeci, erano presenti anche i movimenti sicilianisti, gli esponenti di Noi con Salvini e di Fratelli d’Italia che non hanno allo stato attuale rappresentanti all’Ars. Evidente, quindi, che il summit organizzato da Gianfranco Miccichè serva in realtà a cominciare a ragionare su come riorganizzare il centrodestra siciliano in vista delle prossime scadenze elettorali.
I bene informati giurano che il tavolo di ieri ha aperto un canale di dialogo anche con Ncd e Udc, sempre più insofferenti all’interno della coalizione del centrosinistra e in crisi di consensi con il loro elettorato moderato. L’esito incerto del prossimo referendum di ottobre e la crisi nella quale versa la Regione Sicilia, possono essere un argomento determinante per un capovolgimento di fronte da parte dei centristi. Certamente il laboratorio per costruire l’alternativa ad Orlando, Crocetta e Renzi è stato inaugurato.