L’adulterio, la tolleranza, la salvezza invece della condanna. Sono questi valori evangelici e cristiani a essere al centro della Settimana alfonsiana di Palermo che si svolgerà da domani al 28 settembre. Da 22 anni propone, su iniziativa del redentorista Nino Fasullo direttore della rivista Segno, un confronto tra laici e cattolici sui temi più importanti. Quello scelto quest’anno ruota attorno alla vicenda dell’adultera che, portata davanti a Gesù, si sentì dire: “Neppure io ti condanno”.
A partire da questa pagina del Vangelo molto nota ma poco approfondita la Settimana alfonsiana di Palermo mira a promuovere attorno al tema dell’adulterio una lettura in chiave attuale e una riflessione molto ampia alla quale parteciperanno, tra gli altri, i filosofi Massimo Cacciari e Remo Bodei, il capo dell’Anticorruzione Raffaele Cantone, lo scrittore Paolo Di Paolo, l’arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, il sindaco Leoluca Orlando, il senatore Luigi Manconi, teologi, studiosi, docenti universitari, il regista Gianfranco Perriera.
La mancata condanna dell’adultera viene riportata da padre Fasullo allo stile e alla visione di Gesù: “Evangelizzava facendo grazia, liberando, elevando, mai condannando per cui non c’e’ dubbio sul fatto che il ‘non condannare’ sia il punto piu’ alto e proprio del Vangelo. Gesù non assolve. Semplicemente non condanna perché riconosce che Dio ha graziato e salvato l’umanità. E per l’umanità nuova’ il Vangelo è la ‘buona novella’ della grazia data”. Secondo padre Fasullo, la chiesa ha finora parlato debolmente della lezione di Gesù. L’ha fatta dipendere da “troppe condizioni che finiscono per limitare la stessa libertà di Dio”. Se avesse valorizzato di più la parola di Gesù, “il mondo e la chiesa stessa sarebbero oggi più accoglienti”.