Commercio è sviluppo: a Palermo Fratelli d’Italia ascolta categorie produttive

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“Se fossi palermitano non avrei dubbi: avrei fiducia in Carolina Varchi. La conosco da molti anni per la sua attività in Parlamento e nel territorio. Credo che ogni palermitano che abbia a cuore la propria città non possa non votare per lei”. Lo ha detto in mattinata il responsabile del dipartimento Commercio di Fratelli d’Italia, Marco Osnato, all’Hoteld elle Palme di Palermo per partecipare al convegno “Commercio è sviluppo”, promosso dal gruppo parlamentare di FdI alla Camera sulle strategie da adottare per rilanciare il settore terziario, a proposito della candidatura della parlamentare Carolina Varchi a sindaco di Palermo, sostenuta dal partito di Giorgia Meloni. Presenti anche Alessandro Albanese, presidente della Camera di Commercio Palermo Enna e di Confindustria Sicilia, Patrizia Di Dio, presidente Confcommercio Palermo ed altri rappresentanti del mondo produttivo.

“Palermo ha bisogno di sostenere le attività produttive che sono il motore della nostra economia reale. Per quanto compete al consiglio comunale, stiamo ascoltando le legittime istanze di chi fa economia, richieste che passano dal fermare questo scellerato piano di riequilibrio di questa amministrazione comunale, che prevederà un aumento esponenziale dell’addizionale Irpef, alla semplificazione nei rapporti con gli uffici comunali per una burocrazia più agevole che non sia un ostacolo per l’imprenditore”, ha detto Carolina Varchi, responsabile per le Politiche del Mezzogiorno di Fratelli d’Italia e candidata sindaco di Palermo.

“Occorre puntare anche sull’innovazione, grazie ai fondi del Pnrr – prosegue – per quanto riguarda la città di Palermo la Ztl, così come è concepita, serve solo a fare cassa e a disincentivare i cittadini che vogliono acquistare. Servono delle misure a favore delle medie strutture. È questa l’invocazione fatta oggi da Confcommercio, perché, in una logica di concorrenza regolata, possano aprire i grossi centri in grado di tenere il passo con l’economia di oggi”, ha concluso la Varchi.

“Nel periodo precedente al Covid a Palermo c’erano 98.300 imprese, di queste 30.500 attività commerciali. Dopo il Covid siamo passati a 100.900, di queste 30.900 attività commerciali. Non ci dobbiamo fare illusioni perché i dati complessivi sulla nati-mortalità delle imprese li avremo naturalmente soltanto a fine anno”, ha detto il presidente di Confindustria Sicilia e della Camera di Commercio di Palermo Enna, Alessandro Albanese. “In questi due anni – ha aggiunto Albanese – le imprese industriali non si sono fermate, ma va ribadito che le misure in campo relative al commercio e alle attività produttive non possono prescindere da tutto il resto e mi riferisco all’emergenza rifiuti, a viabilità e parcheggi, alle autorizzazioni amministrative. I sostegni, senza l’armonizzazione e la messa a punto dei servizi essenziali, servono a poco perché la città è collassata sui servizi essenziali e reali che vanno assicurati al meglio. La prossima amministrazione credo che nell’arco di un anno debba capire cosa si deve fare proprio sul fronte dell’efficienza dei servizi essenziali”, ha concluso Albanese.

“Il commercio è stato ed è il più grande dimenticato di questo tempo, dalla pandemia a oggi. Intorno ai provvedimenti del Governo si è provveduto anche a spostamenti di bilancio, circa 200 miliardi, e Fratelli d’Italia non si è mai tirata indietro. Questi stanziamenti sono stati e sono importanti, ma non sono stati forieri di cose buone successivamente. I commercianti ci chiedono maggiore facilità di rapporti con la pubblica amministrazione”. Lo ha detto Marco Osnato, responsabile del dipartimento Commercio di Fratelli d’Italia, a Palermo per partecipare al convegno ‘Commercio è Sviluppo’, promosso dal gruppo parlamentare di FdI alla Camera.

“Abbiamo avuto tante promesse di riduzione della pressione fiscale – ha sottolineato -, ma non c’è una vera attenzione del governo per le imprese più o meno grandi. In commissione Finanze abbiamo presentato una serie di emendamenti facendo la nostra parte”. “Il commercio deve tornare a essere quella linfa vitale che tiene in piedi il sistema economico delle città, così come il turismo e tutte le altre attività produttive. Va ribadita la centralità delle attività commerciali, delle botteghe storiche e dei negozi di prossimità, che devono essere tutelati”.