Tra gli appalti finiti al centro dell’indagine della Dia di Messina, che ha emesso tre misure cautelari nei confonti di due funzionari del Cas e di un imprenditore, ci sono anche i lavori di messa in sicurezza delle gallerie “Tindari” e “Capo d’Orlando” lungo l’autostrada Messina-Palermo.
Si tratta di lavori aggiudicati nel 2015 all’Ati Luigi Notari S.p.a. – Costruzioni Bruno Teodoro S.p.a, in cui risultavano responsabile unico del procedimento, l’ingegnere Angelo Puccia e direttore dei lavori, l’ingegnere Alfonso Schepisi, all’epoca entrambi funzionari del Cas. Secondo gli investigatori, fu presentata un’offerta valutata dalla commissione di gara anomala ma che verifiche ritennero “attendibile e affidabile”.
Nell’ordinanza il gip ricostruisce quanto accaduto sia per l’appalto relativo alla galleria Tindari che per la Capo d’Orlando. Per l’appalto relativo alla galleria Capo d’Orlando erano giunte 13 offerte e nel dicembre 2014 la commissione aveva rilevato che l’offerta dell’Ati Luigi Notari S.p.a. – Costruzioni Bruno Teodoro S.p.a, era “risultata anormalmente bassa” così si era chiesto a Puccia di fare una verifica che a sua volta investiva della questione Alfonso Schepisi.
Quest’ultimo alcuni giorni dopo lo informava di aver consultato “diversi colleghi operanti nello stesso ramo” ma anche imprese e operatori economici e di aver avuto conferma che i prezzi offerti erano “in linea ed in perfetta sintonia con il mercato”.
Puccia trasmetteva quindi alla commissione di gara che l’offerta fosse “attendibile e affidabile”. L’altro appalto riguardava la galleria “Tindari” anche in questo caso l’offerta era risultata anomala, ancora una volta si chiedono verifiche e l’offerta viene ritenuta “attendibile a affidabile”. Ad insospettire gli investigatori è la tempistica in un tempo ristretto “Schepisi – scrive il gip – avrebbe vagliato una documentazione complessiva pari ad oltre mille e cento pagine inerenti due distinte gare d’appalto” ma anche il fatto che si era sotto le festività natalizie. Secondo quanto ipotizza la procura tutto sarebbe avvenuto per ottenere in cambio “l’impiego presso la ditta aggiudicataria di persone a loro vicine” .