Covid, i ristoratori protestano: “Ristori adeguati ma vogliamo lavorare”

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Sit-in a Palermo “per rivendicare il diritto al lavoro e agli aiuti economici e per far sentire la voce di migliaia di imprese e lavoratori che sono allo stremo dopo un anno di emergenza legata al Coronavirus”. La manifestazione, sotto lo slogan “Ripartiamo insieme”, è stata organizzata dai settori della ristorazione ed eventi: Fipe Confcommercio Palermo, Silb locali da ballo, l’Assocom e l’Associazione wedding planner. I manifestanti si sono dati appuntamento in via Emerico Amari, davanti alla sede di Confcommercio Palermo, nel rigoroso rispetto delle misure di contenimento del contagio e del distanziamento sociale.

Le associazioni hanno deciso di inviare una nota al Governo regionale per rappresentare “lo stato di difficoltà” e per suggerire “una rivisitazione dei provvedimenti restrittivi e una diversa modulazione degli orari di apertura, prevedendo fin da subito un graduale ritorno alla normalità che certamente contribuirebbe ad evitare incontrollabili assembramenti per strada”.

“Non possiamo assistere inermi alla morte delle nostre aziende – spiega Antonio Cottone, presidente Fipe e coordinatore della manifestazione – anche perché persino l’Oms ha sostenuto che le nostre attività non possono essere ritenute luoghi primari del contagio. Con aperture a singhiozzo – e per alcuni settori neanche quelle – è impossibile programmare le nostre attività e reggere il peso delle scadenze contributive e fiscali, degli affitti, degli stipendi o delle utenze. Gli aiuti economici finora sono stati ampiamente insufficienti e c’è il rischio concreto che centinaia di imprese palermitane saranno costrette a chiudere per sempre”.

“Come si può pensare di tenere in piedi le nostre aziende dopo un anno di provvedimenti restrittivi e senza i necessari sostegni economici e fiscali? Com’è possibile mantenere i livelli occupazionali senza alcuna certezza sul futuro?”. Sono queste, in sintesi, le domande degli imprenditori del settore ristorazione ed eventi aderenti a Confcommercio Palermo che hanno dato vita oggi a una simbolica manifestazione di protesta e di proposta.

Fipe, Assocom, Associazione Wedding Planner e Silb locali da ballo hanno avanzato le loro proposte “correttive”, contenute peraltro in una lettera inviata ai governi nazionale e regionale, “per riprendere l’attività lavorativa in un arco orario più ampio, con protocolli più rispondenti all’attuale situazione sanitaria e con gli opportuni ristori economici e fiscali”.

Si chiede in particolare che vengano valutati in modo differente i diversi profili di rischio all’interno del settore della ristorazione, consentendo a chi ha a disposizione spazi e sedute per la consumazione di cibi e bevande di aprire fino alle 18 durante il periodo della zona arancione e fino alle 22 in caso di zona gialla, ferma restando la possibilità di asporto e delivery. Le associazioni chiedono anche “un concreto sostegno”, con “adeguati rimborsi parametrati sulle reali perdite del fatturato”, la detassazione per gli anni 2020 e 2021, l’accesso al credito bancario “con la garanzia dello Stato e della Regione” e “tutele per le migliaia di dipendenti che rischiano il posto di lavoro”.

“I costi fissi o gli affitti abbiamo dovuto pagarli regolarmente – aggiunge Maurizio Cosentino, presidente di Assocom – ma i fatturati sono crollati del 70% almeno. Insieme alla ripresa delle nostre attività non possiamo prescindere da adeguati ristori”.

“È necessario ripartire – sottolinea Michela Cannatella, presidente di Awpp -, si devono trovare soluzioni in grado di contemperare le esigenze sanitarie con quelle del mondo imprenditoriale. Senza una chiara programmazione rischiamo lo stop anche per il 2021”.

“Il nostro settore – dice Vincenzo Grasso, presidente del Silb Palermo – comprende con senso di responsabilità che ancora non è il momento della riapertura ma chiediamo un ‘salvagente’ per le nostre aziende che sono chiuse ormai da un anno, se si eccettua una brevissima parentesi”.