Il governo Crocetta era la parodia di un esecutivo, anzi una “allegoria”. A riferirlo è stato ieri Cludio Fava ai giornalisti dopo l’audizione in commissione Antimafia all’Ars dell’ex assessore all’Energia Nicolò Marino, convocato a proposito dell’inchiesta sul “sistema Montante”.
“Nicolò Marino ha confermato il contesto emerso anche da altre audizioni: un contesto in cui nessuno poteva non sapere cosa rappresentassero Crocetta, Lumia e Montante all’inizio della stagione del precedente esecutivo regionale, nella gestione di questo governo parallelo, e quali interessi si raggrumassero attorno a questa cabina di regia. Quel governo regionale, nel racconto che ci fanno in tanti, compresi Musumeci e Marino, era più una ‘allegoria’ che un governo” – ha detto Fava.
E tornando sui cinque anni di governo Crocetta alla Regione Siciliana Fava ha parlato di uno scenario in cui “a Palazzo d’Orleans avvenivano riunioni parallele alla stanza in cui si riunivano gli assessori perché altrove – ha sottolineato il presidente dell’Antimafia – si decideva e le riunioni di giunta servivano soltanto a prendere atto”.
Fava ha poi aggiunto: “Uno degli interessi che, su tutti, continua a venire fuori dalle audizioni è quello legato al sistema dei rifiuti. Era un collettore di interessi, di attenzione, di preoccupazioni – ha continuato – ed è quello che portò allo scontro frontale con Marino”.
In questo “sistema”, secondo il presidente dell’Antimafia, “c’era una funzione di governo puramente esecutiva affidata a Crocetta, che era consapevole esecutore, una di raccordo con il mondo dell’impresa e di tutoraggio nei confronti della politica, espressa da Montante, e, infine, di tenuta complessiva del sistema che era affidata a Lumia”.