Formazione professionale: nel processo Ciapi, condannato Fausto Giacchetto a tre anni

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fausto giacchetto e grandi eventi

La seconda sezione del tribunale di Palermo ha condannato il manager Fausto Giacchetto a tre anni per reati fiscali (non avrebbe dichiarato i proventi di alcune attività, fondi che in alcuni casi provenivano dall’ente di formazione regionale Ciapi), a un anno e 10 mesi Giancarlo Ferrara e a un anno e 6 mesi Ornella Graziano, entrambi imprenditori accusati dell’emissione di fatture per operazioni inesistenti.

Prescritti o assolti nel merito tutti gli altri imputati – accusati a vario titolo di corruzione, di reati fiscali e di violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti – del processo scaturito dal secondo filone dell’inchiesta sull’ente di formazione Ciapi. Giacchetto è stato già condannato a 8 anni per una maxitruffa all’Ue da 15 milioni di euro: avrebbe intascato soldi per l’ente di formazione per progetti mai realizzati.

Il processo ruotava attorno alla maxitruffa dell’ente di formazione di proprietà della Regione, attorno al quale sarebbe stato realizzato un giro di false fatturazioni per servizi inesistenti o mai resi, per ricavare benefici economici. Un sistema già emerso nella prima tranche del dibattimento (quella in cui Giacchetto era stato condannato a 8 anni e un mese, nel 2016), centrato però più sulla corruzione e sui piani di comunicazione “pilotati” a favore delle aziende del gruppo di Faustino Giacchetto.

In entrambi i casi il “sistema” si sarebbe retto sulla compiacenza dei politici, che nonostante le numerose irregolarità emerse non avrebbero mai fatto mancare il sostegno economico all’ente, presieduto da Francesco Riggio, per un periodo in carica all’Assemblea regionale siciliana, subentrato come primo dei non eletti del Pd al dimissionario Fabrizio Ferrandelli.

Nel processo Ciapi 2, il collegio presieduto da Bruno Fasciana, ha anche assolto in maniera completa tre dei 20 imputati: Gerlando Inzerillo e Salvatore Alotta (ex consiglieri comunali di Palermo) e Salvatore Sanfilippo, ex sindaco di Santa Flavia (Palermo). Scagionati in maniera parziale Massimiliano Sala e lo stesso Giacchetto, che hanno fruito pure della prescrizione. Nei confronti del principale imputato, la prescrizione è scattata in relazione alle accuse collegate alla violazione del finanziamento pubblico dei partiti e alla corruzione, reato che condivideva con Francesco Scoma, senatore di Forza Italia (anche per lui non doversi procedere per il lungo tempo trascorso dall’epoca dei fatti).

Pre pure per il senatore di Forza Italia Francesco Scoma, l’ex presidente Riggio e per Sandro Compagno, Carmelo Bellissimo, Calogero Bongiorno e poi per gli ex deputati regionali del Pdl Santi Formica e Salvino Caputo, per Nino Dina (ex Udc) e per Maurizio Pipitone, Alfredo Flaccomio e Vincenzo Li Mandri.  (AGI)

Prescritte le posizioni del senatore di Forza Italia Francesco Scoma, dell’ex deputato regionale Pdl Santi Formica, dell’ex parlamentare del Pdl all’Ars Salvino Caputo, dell’ex deputato regionale dell’Udc Nino Dina. Assolti gli ex consiglieri comunali di Palermo Salvatore Alotta e Gerlando Inzerillo, il sindaco di Santa Flavia Salvatore Sanfilippo. Prescrizioni e assoluzioni per le altre posizioni: l’ex presidente del Ciapi Francesco Riggio, degli ex dirigenti dell’ente Sandro Compagno e Carmelo Bellissimo, ma anche di Calogero Bongiorno, Massimiliano Sala, Armando Caggegi, Maurizio Pipitone, Antonina Di Salvo, Alfredo Flaccomio e Vicenzo Li Mandri.

Infine, scagionate, così come aveva chiesto lo stesso pm Pierangelo Padova, le persone giuridiche imputate, le società del “gruppo Giacchetto”: Media Consulting, Media Center & Management, Effemmerre Group, Cofarg in liquidazione e Adilat Sas di Antonina Di Salvo & C.(ANSA/AGI)