Gli avvocati dell’Uncat chiedono una radicale riforma della Giustizia tributaria. “Ai fini di una piena ed effettiva tutela dei diritti dei contribuenti, in un processo che riguarda contenziosi di rilevantissimo valore economico, appare indispensabile e indifferibile che il governo e il parlamento intervengano finalmente realizzando una riforma della Giustizia tributaria che ormai da molti anni è invocata non solo dai professionisti ma anche dagli stessi giudici tributari” – ha detto Angelo Cuva, tesoriere dell’Unione nazionale delle camere degli avvocati tributaristi (Uncat) intervenendo a Palermo nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario tributario.
Cuva ha illustrato alcuni principi ispiratori della proposta di riforma della Giustizia tributaria comunicata alle rappresentanze parlamentari. “Il faro della riforma è l’attuazione dei principi del giusto processo, contraddittorio, parità delle parti, del giudice terzo e imparziale – ha sottolineato Cuva -. Per quanto riguarda l’aspetto ordinamentale, anzitutto si assegna alla giurisdizione tributaria la stessa dignità delle altre giurisdizioni, con la competenza che passa dal Mef alla presidenza del Consiglio dei ministri”.
Tra gli altri aspetti evidenziati da Angelo Cuva, il fatto che “i magistrati tributari diventano professionali, assunti mediante concorso con esami sulle materie strettamente attinenti all’esercizio delle funzioni giurisdizionali e con titoli di preferenza se essi hanno maturato esperienza specializzata nella materia. I magistrati onorari tributari dovranno avere una durata temporale inderogabile”.
Cuva ha infine posto l’accento sul trasferimento delle sedi delle Commissioni Tributarie di Palermo in via Titina de Filippo. Gli avvocati tributaristi – che hanno già esercitato il legittimo diritto di astensione delle udienze nello scorso mese di gennaio – ribadiscono la loro richiesta al Mef “di sospendere la procedura di trasferimento e di ricerca di idonee soluzioni alternative, evidenziando che in caso negativo delibereranno una nuova più lunga astensione dalle udienze”.