Il teatro dei pupi potrebbe essere una delle vittime della crisi economica dovuta al coronavirus. Si tratta di un patrimonio immenso, un’eredità immateriale, quella tramandata di generazione in generazione, a dispetto dei secoli, ma anche materiale, fatta di copioni, scene, fondali, che rischia di sparire per sempre. E con essa, anche una parte importante dell’identità siciliana.
A lanciare il grido d’allarme, e al contempo a presentare alle istituzioni proposte e interventi urgenti, è il Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino, promotore di una consultazione con le compagnie di opera dei pupi attive in Sicilia, aderenti alla Rete italiana di organismi per la tutela, promozione e valorizzazione dell’opera dei pupi riconosciuta dal ministero dei Beni Culturali e del Turismo.
Alla consultazione hanno partecipato tutte le compagnie attive sul territorio siciliano aderenti alla Rete italiana di organismi per la tutela, promozione e valorizzazione dell’opera dei pupi. Le proposte partono da un confronto con ben undici famiglie di pupari siciliani che stanno vivendo sulla propria pelle gli effetti immediati del lockdown che ha scandito gli ultimi mesi. Tra questi, la cancellazione degli spettacoli, l’impossibilità di una nuova programmazione e il mantenimento delle spese fisse da sostenere in assenza di flussi turistici e di scolaresche, fondamentali per la trasmissione del patrimonio dell’opera dei pupi alle nuove generazioni.
Due le linee di intervento emerse dalla consultazione. Da un lato sono stati individuati “progetti e attività innovative da avviare nell’immediato” e mirati a “trasmettere il patrimonio alle nuove generazioni: tra questi la creazione di prodotti culturali digitali e la collaborazione alle attività di catalogazione, schedatura e inventari dei patrimoni materiali custoditi da ogni compagnia (pupi, fondali, copioni) per una loro libera fruizione sul portale della rete in costruzione www.operadeipupi.it, della quale si farà carico il museo Pasqualino.
Dall’altro sono state identificate “alcune misure eccezionali di salvaguardia” da sottoporre agli enti locali a sostegno delle compagnie e del patrimonio da loro custodito. Tra queste l’istituzione da parte della Regione Siciliana di un finanziamento straordinario Extra Furs a fondo perduto, per le compagnie di Opera dei pupi che non usufruiscono dei fondi del Furs, e la modifica, da parte dell’Assemblea regionale siciliana, della legge 25 del 5 dicembre 2007 che riguarda l’opera dei pupi per un ampliamento del contributo al 90 per cento della spesa ritenuta ammissibile, anche senza l’effettivo svolgimento dell’attività teatrale, considerata l’impossibilità dettata dal momento. Si pensa anche a un programma di spettacoli di opera dei pupi dal vivo, supportato dalla Regione Siciliana, da svolgersi all’aperto nel periodo primaverile estivo all’interno di luoghi capaci di assicurare il rispetto delle vigenti norme sul distanziamento sociale.