Jihadisti tra i migranti, il retroscena dell’operazione “Scorpion Fish 2”

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Pericolosi jihadisti tra i migranti trasportati dalla rete criminale smantellata questa mattina con l’operazione “Scorpion Fish 2” della Guardia di finanza. L’inchiesta che ha portato all’esecuzione di 13 fermi per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e contrabbando di tabacchi ha permesso agli inquirenti di appurare che, nell’ambito del’organizzazione composta da italiani e tunisini, operavano anche alcuni soggetti con orientamenti tipici dell’islamismo radicale di natura jihadista, che manifestavano atteggiamenti ostili alla cultura occidentale anche mediante propaganda attuata attraverso falsi profili attivati su piattaforme “social”.

Da una conversazione intercettata tra il promotore dell’organizzazione e uno dei complici, è emersa l’intenzione di quest’ultimo di recarsi in Francia dove avrebbe compiuto “azioni pericolose a seguito delle quali avrebbe potuto non fare ritorno”, invitando, pertanto, l’interlocutore a pregare per lui.

La conferma che si indaga anche su una potenziale minaccia viene anche dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi:”Si tratta di un’indagine molto importante perché colpisce un’organizzazione criminale che favoriva l’ingresso di migranti irregolari interessati a un trasporto via mare sicuro e disposti a pagare cifre più alte rispetto ai tradizionali viaggi sui barconi o a evitare qualunque forma di controllo ed identificazione all’arrivo. Anche per questa ragione non può escludersi che potessero approfittarne anche soggetti pericolosi”.