La morte di Mario Biondo, la madre da sempre sostiene sia stato un omicidio

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Pubblichiamo un’intervista a Santina D’Alessandro, uscita il 7 luglio 2014 sul quotidiano “La Sicilia” a firma Antonio Fiasconaro, sulla tragica fine di suo figlio Mario Biondo il cameraman palermitano trovato morto misteriosamente nella sua casa di Madrid. Già allora la mamma aveva più di un sospetto che Mario non si sarebbe suicidato ma, bensì si sarebbe trattato di un omicidio “mascherato” da suicidio. Ecco il testo dell’ampio servizio.

«Mistero non è che un termine altisonante per dire pasticcio». Aveva ragione Edward Morgan Forster in “Passaggio in India”. Un aforismo che calza a pennello nella nostra storia. Un giallo in piena regola. Di quelli che ti “inchiodano” sulla poltrona sino a quando non arrivi alla fine. Alla verità. Protagonisti un giovane di 31 anni, Mario Biondo, cameraman palermitano e la moglie Raquel Sancez Silva di 41 anni, bella giornalista televisiva spagnola che ha lavorato a Telecinco e conosciuta per avere condotto dall’Honduras l’edizione iberica dell’Isola dei Famosi. Mario e Raquel sono una coppia innamoratissima che, dopo un breve fidanzamento, convola a nozze il 22 giugno 2012 sullo sfondo della baia di Taormina.

Di colpo, il dramma. Il 30 maggio 2013 Mario viene rinvenuto impiccato ad una mensola della libreria del salone di casa a Madrid, con attorno al collo una pashmina di seta. Per gli investigatori spagnoli che chiudono in fretta le indagini, il bel giovane italiano con barba e capelli con la coda si è suicidato. Viene rinvenuto in piedi, vestito e con le ginocchia leggermente piegate. Nella stanza tante cicche di sigarette e bottiglie di birra.

Questa versione non convince per niente i genitori e i fratelli di Mario Biondo. Anzi, il papà Pippo e la mamma Santina D’Alessandro, non credendo alla versione delle autorità iberiche, vestono i panni da detective e periodicamente da oltre un anno si recano a Madrid conducendo da soli proprie indagini. Incontrano amici della coppia, vicini di casa. Parlano con testimoni che avrebbero assistito alle fasi successive al ritrovamento del cadavere. Insomma, Pippo e Santina credono fermamente che il loro figlio, innamoratissimo della bella spagnola, non si sia tolto la vita, ma sia stato assassinato. Perché? Per cosa?

Chiedono verità e giustizia non solo attraverso i canali convenzionali – aperta un’indagine dalla Procura di Palermo per omicidio premeditato – ma anche attraverso alcune note trasmissioni televisive come “Chi l’ha visto?”; “Quarto Grado”; “Segreti e delitti”.

«Vogliamo conoscere a tutti i costi la verità – sottolinea mamma Santina – noi non ci arrenderemo facilmente. Sulla tragica fine di mio figlio si sono dette tante bugie, soprattutto da parte della vedova che si è contraddetta più volte. Prima suicidio, poi incidente, ed ancora che mio figlio era drogato e sarebbe morto per un gioco auto-erotico. Non credo ad una parola. Mario amava la vita, non si drogava e non avrebbe mai pensato di uccidersi. Non lo dico perché sono la mamma, ma perché conoscevo bene mio figlio. Non credo ad una riga delle indagini condotte e rapidamente chiuse dalla polizia di Madrid».

Santina non si arrende anzi incalza e spesso attraverso i social network “posta” messaggi dedicati al figlio con parole forti: «Solo chi ti odia può parlare male di te… odiarti… perché? Cosa hai scoperto di così grave da rimetterci la vita? Amore mio… piano piano tutta la verità sta venendo fuori… I tuoi assassini finiranno in galera». Ed ancora un altro post: «Manca poco tesoro mio… non potrò riavere te su questa terra… ma la soddisfazione di vedere i tuoi assassini e tutti i complici del tuo omicidio… in galera!».

Insomma appare chiarissimo che Santina sia convinta fortemente che la tragica fine di suo figlio non sia il suicidio, bensì un omicidio simulato.

«Si è così. Nessuno me lo toglie dalla testa. Mario è stato ucciso. Qualcuno è entrato quella notte (siamo tra il 29 e il 30 maggio 2013, ndr) nella sua casa. Ha aperto la porta con le chiavi e lo ha assassinato per poi uscire comodamente girando ancora le chiavi nella serratura. E poi c’è la versione della domestica che contraddice l’inchiesta della polizia spagnola. Ha dichiarato di avere trovato la mattina del 30 maggio il corpo senza vita di Mario disteso sul letto e non quindi impiccato alla mensola della libreria. Perché i poliziotti spagnoli ci hanno fatto credere diversamente? Chi ha voluto depistare la verità e perché? ».

Insomma il giallo s’infittisce sempre più e si fa intrigante quando poi guardando alle amicizie di Mario si arriva anche a scoprire che il cameraman palermitano conosceva il – paparazzo –  Daniele Lo Presti assassinato con un colpo di pistola alla nuca mentre faceva jogging a Roma il 27 febbraio 2013 sul Lungotevere Testaccio. «Ho il forte sospetto – aggiunge Santina – che mio figlio e il fotoreporter Lo Presti siano stati uccisi per lo stesso motivo. Forse Mario e Daniele hanno pagato con la vita perché avevano scoperto la stessa cosa. Si conoscevano. Lo Presti aveva scattato le foto il giorno delle nozze. Era anche lui a Taormina il 22 giugno 2012. Chi mi dice che le loro morti non siano collegate?».

Ma la verità sulla fine di Mario potrebbe arrivare dalla memoria dei suoi computer. «Sono convinta che la chiave sia dentro la memoria dei pc – aggiunge Santina D’Alessandro -. Mario ha scoperto qualcosa che riguardava la moglie. Qualcosa che lo ha “investito” sino a portarlo alla morte». Ma cosa ci può essere di così importante dentro quei computer? «Un famoso perito informatico ci sta lavorando – aggiunge Santina – e dalle prime notizie che abbiamo saputo ha trovato qualcosa d’importante per le indagini. Sono certa che i computer sono stati manomessi. Ci sono delle immagini compromettenti che riguardano Raquel. E’ qui la chiave della morte di mio figlio? ».

Come tutti i gialli che si rispettino, alla fine la verità, come spesso accade, sta sempre da un’altra parte….

La pista della mamma. «Nel pc di mio figlio la soluzione del caso»