La Vucciria di Renato Guttuso in mostra a Montecitorio fino al 12 gennaio

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Da venerdì 29 novembre al 12 gennaio 2020 La Vucciria, uno dei capolavori del pittore siciliano Renato Guttuso, esposto nel Complesso Monumentale del Palazzo Chiaromonte – Steri, sede del Rettorato dell’Università di Palermo, potrà essere ammirato a Roma, nella prestigiosa sala della Lupa di Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei Deputati.

Domani alle 16, l’inaugurazione dell’esposizione de “La Vucciria” con il presidente della Camera, Roberto Fico. Intervengono Raffaele Bonsignore, presidente della Fondazione Sicilia, Fabrizio Micari, rettore Università degli studi di Palermo, Paolo Inglese, direttore Sistema museale Università degli studi di Palermo, Marco Carapezza, vicepresidente degli Archivi Guttuso, e Alberto Rossetti, presidente Civita mostre e musei.

La Vucciria (tre metri per tre metri, realizzata nel 1974) viene esposta a Montecitorio prima di tornare nel luogo ove normalmente è conservata per volontà dello stesso Guttuso, cioè la sede istituzionale dell’Università degli Studi di Palermo, Palazzo Chiaramonte Steri, noto anche come Steri.

L’esposizione, promossa dall’Università degli Studi di Palermo e dalla Fondazione Sicilia, rappresenta un importante momento di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale siciliano e vuole essere l’inizio di un ciclo di appuntamenti che renderanno protagoniste anche le altre regioni italiane.

Per l’occasione, nella stessa Sala della Lupa di Palazzo Montecitorio sarà possibile ammirare altri due dipinti dell’artista siciliano: “Il Cristo deriso” (olio su tavola, 1938) e “Carro siciliano e carrettieri” (tecnica mista su carta intelata, 1946). Entrambe le opere sono di proprietà della Camera dei deputati.

La Vucciria è considerato il dipinto più celebre di Guttuso, immerge lo spettatore in una scena di vita quotidiana, in uno dei più affascinanti mercati di Palermo; con realismo crudo e sanguigno come le carni esposte nel famoso omonimo mercato di Palermo, esprime una delle tante anime della città siciliana, ed è talmente forte il segno dell’artista e il senso del colore che sembra sprigionare il vocio e la cantilena quasi araba dei “vanniaturi” del celebre mercato palermitano che dà il nome al quartiere, ed emanare i profumi dei prodotti tipici, frutta e verdura, esposti sulle bancarelle, ingredienti saporosi per la cucina siciliana.

Il termine Vucciria deriva dal francese boucherie, in italiano macelleria, poi italianizzato in bocceria e infine sicilianizzato per essere usato oggi con il significato di confusione, cioè quel miscuglio incomprensibile di voci, di persone, di oggetti, di espressioni e di azioni tipiche del mercato. Questo conduce alla struttura del mercato palermitano, che ricorda moltissimo i suk, quei mercati organizzati in corporazioni, nati dalla cultura degli arabi, che furono i padroni della Sicilia tra il IX e il X secolo. Chi osserva il quadro è affascinato dalla “vucciria” della gente, dalla confusione quindi, della gente e della merce, come se le voci e gli odori venissero fuori dal dipinto. Si possono notare i passanti che si incrociano in un contatto fisico che sembra abituale, in considerazione del poco spazio e del grande afflusso di gente. In tutta la scena appare solo un pezzetto di strada visibile ai piedi della donna al centro della scena. Lo spazio viene scandito ritmicamente dalle cassette ricche di pesci e di crostacei a sinistra, dal marmo, dove il pescivendolo mette in bella mostra le teste dei pescispada, fino alle casse di frutta e verdura che circondano i passanti, senza dimenticare la macelleria con il realismo crudo delle carni appese sugli uncini da “carnezziere”.