“Le cose dell’Amore” il filosofo e psicanalista Umberto Galimberti ne parla giovedì nell’Aula magna di Ingegneria

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Ultimo appuntamento in Aula magna della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Palermo, giovedì pomeriggio, alle 17,30, con la quinta edizione del master formativo “Educare oggi: scuola, famiglia e società”, promosso dall’associazione “Genitori e figli: istruzioni per l’Uso”, con il filosofo e psicanalista Umberto Galimberti. 
 
L’iniziativa si avvale del patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione e della certificazione ufficiale del CIDI, il Centro Iniziativa Democratica Insegnanti, come soggetto qualificato dal MIUR, con la direzione scientifica della psicologa Silvia Vegetti Finzi e dello psicanalista Massimo Recalcati, profondo conoscitore delle dinamiche genitori-figli e dell’universo giovanile e beneficia, nella programmazione delle proprie attività formative, della consulenza del Priore della comunità di Bose, Enzo Bianchi.
 
Il progetto, rivolto a docenti, studenti, genitori e pedagogisti, si è articolato in una serie di seminari tematici che hanno provato  ad approfondire la complessa relazione tra genitori e figli in un periodo storico come il nostro, legato indissolubilmente allo sviluppo tecnologico ed alle sopravvenute difficoltà relazionali all’interno di un nucleo, come la famiglia, ora più che mai messo in discussione dall’evoluzione di nuovi modelli di inclusione sociale. 
 
Gli incontri infatti sono stati un momento di riflessione sul rinnovato ruolo di questo “nucleo”, in tutte le sue attuali sfaccettature dinamiche, e di supporto nell’elaborare strumenti educativi che permettano ai giovani di diventare adulti consapevoli.
 
L’incontro con Umberto Galimberti, una delle “penne” più prestigiose famose de La Repubblica, autore del libro “L’ospite inquietante. Il nichilismo e i giovani” (Giangiacomo Feltrinelli Editore, 2007), parlerà de “Le cose dell’Amore”. 
 
Quello di Galimberti è un libro sui giovani e sui loro disagi: perché i giovani, anche se non sempre ne sono consci, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui.
Le famiglie si allarmano, la scuola non sa più cosa fare, solo il mercato si interessa di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove ciò che si consuma non sono tanto gli oggetti che di anno in anno diventano obsoleti, ma la loro stessa vita, che più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa. Il presente diventa un assoluto da vivere con la massima intensità, non perché questa intensità procuri gioia, ma perché promette di seppellire l’angoscia che fa la sua comparsa ogni volta che il paesaggio assume i contorni del deserto di senso.